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Pubblica amministrazione e intelligenza artificiale: le linee guida AgID. C’è tempo fino al 20 marzo per osservazioni e commenti

Cosa deve fare la pubblica amministrazione per usare l’intelligenza artificiale? La risposta è contenuta nelle “Linee Guida sull’adozione, l’acquisto e lo sviluppo di sistemi di Intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione” che AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale, ha da poco messo in consultazione: c’è tempo fino al 20 marzo prossimo per recapitare osservazioni e commenti. «Crediamo molto nella consultazione pubblica e quindi siamo in attesa di proposte, commenti ed eventuali integrazioni». A parlare è Mario Nobile, direttore generale AgID che sottolinea come la prima linea guida – sull’adozione dell’IA – riguarda tutti».
La seconda, per pochi, ha a che fare con i «prodotti e servizi di IA». La terza riguarda il procurement. Tarantino, dal 2023 alla direzione di AgID, Nobile spiega che le linee «sono formalmente indirizzate alla PA, ma in sostanza sono rivolte a tutto il mondo lavorativo». Allora la prima domanda è «come adotto lo strumento dell’IA mantenendo un tocco umano?». La seconda: «Il giornalista o l’architetto o il grafico ne è potenziato o disintermediato?». La linea guida che riguarda l’adozione dell’IA, dunque «traccia tutto quello che dobbiamo fare per usare questi strumenti di competitività», avendo come contesto «un’Europa che purtroppo ne ha ancora paura». È chiaro che gli obblighi disposti dall’AI Act sono vincolanti ma, prosegue Nobile, pur rispettando i vincoli della legge europea – che dispiegherà i suoi effetti entro il 2026 – «il nostro è un Regolamento – di 160 pagine: io avrei voluto venti pagine calviniane di sintesi – con cui vogliamo preparare le organizzazioni a rispondere alla domanda di chi – neo assunto – nutre dubbi sulla possibilità di usare ChatGPT e su come farlo: questo è l’obiettivo».
La seconda linea guida è quella sullo sviluppo: «Chi sviluppa? L’Inps, l’Istat, l’Inail, i Ministeri, le Regioni, i Comuni». Dunque, riguarda chi «governa il territorio sviluppando strumenti di intelligenza artificiale». Serve sviluppare «applicazioni per il turismo, la sanità, la manifattura, cercando di coprire il gap nel più breve tempo possibile nonostante i problemi strutturali». Primo tra tutti: in Europa utiliamo strumenti cloud che non sono europei. La terza linea guida è «importantissima e riguarda tanto le imprese quanto la P.A.: «Al tavolo (per l’informatica nella pubblica amministrazione, ndr) siede anche Consip: per strutturare nuovi strumenti d’acquisto di IA». Un po’ di numeri: «A fronte di 59 milioni di abitanti, si contano più di 40 milioni di Spid, quasi 50 milioni di Cie, più di 17 milioni di indirizzi pec e più di 35 milioni di certificati di firma: tutto questo avviene grazie al partenariato pubblico privato. Dunque, il privato eroga il servizio, viene vigilato da noi e riesce a mantenere non soltanto l’equilibrio del sistema ma va all’estero a vendere servizi».
Ogni «mattoncino della infrastruttura pubblica digitale avviene grazie a un partenariato pubblico privato». Ora, tutto questo sta evolvendo: «Oggi siamo abituati a usare l’identità digitale per accedere a un servizio. Domani avremo un wallet pubblico su cui faremo tutto, con un’unica porta d’accesso verso il pubblico e una moltitudine di wallet privati». La relazione tra cittadino e amministrazione ne sarà totalmente rivoluzionata: e gli anziani? «La popolazione anziana si è dotata di nuovi strumenti che inducono a pensare che non è tanto l’età anagrafica il punto, ma sono gli strumenti e le conoscenze dietro». E questo è uno dei pilastri della «nostra strategia sul digitale: l’alfabetizzazione, non solo formazione alta, ma addestramento». AgID è anche soggetto attuatore di progetti Pnrr: il primo, europeo, da 90 milioni di euro, è il “Single Digital Gateway” che riguarda l’interoperabilità a livello europeo (esempio: l’avvocato spagnolo che vuole iscriversi a un ordine italiano). Il secondo, da 80 milioni – “Citizen Inclusion” – riguarda il miglioramento dell’accessibilità: «Sosteniamo 61 amministrazioni con consulenze sui processi e affiancamento nell’acquisto di tecnologie assistive per le persone con disabilità che assumono».
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