Pupo è in Russia per un concerto di beneficenza al Cremlino che si svolgerà venerdì 15. A titolo gratuito, dice lui, e per mandare “un messaggio di dialogo”. Nel frattempo, a Mosca è stato intervistato dalla Tass, nota agenzia di stampa statale russa. Davanti alle telecamere, Enzo Ghinazzi, noto come Pupo, si è lasciato andare a un appello particolare, concluso con lui che intona una canzone “per far ritornare l’amore tra i popoli”. Già da tempo Pupo è finito nella lista nera dell’Ucraina per i suoi rapporti con la Russia. L’anno scorso aveva prima aderito e poi rinunciato all’ultimo alla partecipazione di una convention, simile a quella in cui è andato lo street artist Jorit negli scorsi giorni.

Pupo in Russia, l’intervista alla Tass

“Sono sempre contrario all’embargo della cultura di qualsiasi popolo, è sbagliato. Quindi non ho paura perché sono convinto di comportarmi in maniera coerente con la mia idea e con l’idea che la cultura deve essere libera” ha detto Pupo intervistato dalla Tass. “Ora è naturale che l’ispirazione viene da questo momento che stiamo vivendo. Voglio dedicare una canzone d’amore perché ritorni l’amore tra i popoli, tra i due popoli che oggi vivono un momento difficile” ha aggiunto, mai parlando di guerra in Ucraina, come d’altronde è la linea del Cremlino. Prima di intonare per qualche secondo la canzone, il cantante italiano ha detto: “Serve una canzone d’amore ma per i popoli”.

Pupo in Russia, perché è andato

“Sono qui senza alcuna intenzione politica. Nel mio concerto voglio trasmettere il messaggio che la pace tornerà nel mondo. Non ho mai smesso di viaggiare in Russia continuo a fare il mio lavoro” ha detto Pupo che frequenta la Russia da decenni. In questa lunga frequentazione ha incontrato Dmitry Medvedev ai tempi della sua presidenza, ha suonato per l’attuale ministro degli Esteri Serghei Lavrov e per vari oligarchi.

Secondo Pupo, oggi regna l’ipocrisia “di chi oggi usa come ricatto la minaccia che se l’Ucraina perderà la Crimea e il Donbass poi Putin attaccherà tutta l’Europa. Questa è propaganda. Così come l’ipocrisia di inviare armi che costano milioni e milioni di euro a persone che non le sanno usare. Così io mi lavo la coscienza e ti mando al massacro. Se siamo coerenti bisognerebbe dire che Putin è uguale a Hitler. E allora l’unica soluzione è scatenare una guerra mondiale. E mi auguro di no” si legge su La Stampa.

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