Il presidente ucraino Volodymy Zelensky il 22 marzo in videocollegamento con Montecitorio? Per una bizzarra par condicio del conflitto il Parlamento italiano ospiti anche Vladimir Putin.
È la proposta lanciata da Nicola Grimaldi, deputato campano del Movimento 5 Stelle, che ieri assieme al collega Davide Serrittella si è astenuto nel voto sul ddl Ucraina, mentre sempre tra i pentastellati va registrato il voto contrario di Enrica Segneri e Gabriele Lorenzoni.
“Invitiamo anche Putin, per sentire la controparte”, è la richiesta che arriva da Grimaldi, che parla della sua proposta in una intervista a Repubblica. Il deputato non si dice contrario al discorso in videocollegamento con l’Aula di Zelensky, ma spiega che “bisogna anche l’altra parte, per capire la situazione. Mi piacerebbe che parlasse alla Camera Putin”.
Grimaldi spiega anche che l’invio da parte italiana di armi “non sia risolutivo per il conflitto” e che la pace “debba passare dal negoziato, dalla diplomazia, bisogna spingere in questo senso, ma mi rendo anche conto che è quasi impossibile trattare con la Russia in questo momento, mentre continuano gli attacchi”.
Una proposta che segna ancora una volta la spaccatura all’interno del Movimento. Oltre ai voti dei ‘dissidenti’ sul ddl Ucraina, nelle fila pentastellate monta il malessere anche sull’ordine del giorno votato alla Camera sulla necessità di aumentare la spesa militare al 2% del Pil, un impegno preso dall’Italia nel 2014 con la Nato.
“Sono totalmente contrario all’aumento degli armamenti in Italia“, ha scritto su Facebook l’ex ministro Danilo Toninelli, dando voce alle molte perplessità tra i pentastellati. Malumori interni che il leader sospeso Giuseppe Conte tenta di bloccare ricordando proprio l’impegno preso con la Nato. “Detto questo, non credo che i cittadini siano entusiasti di sentire che in questo momento ci preoccupiamo di ribadire l’impegno ad aumentare la spesa militare”, ha aggiunto Conte.
Sulla posizione del Movimento 5 Stelle sull’Ucraina è netto: “Non c’è bisogno di posizionarci… Dall’inizio abbiamo preso una posizione chiara, ferma, univoca. Non abbiamo mai tentennato, abbiamo fatto subito sintesi confrontandoci internamente ed è quella la linea”.