Parla il collaboratore di Navalny
Putin e il rischio fallimento della guerra in Ucraina: “Non ha più risorse, dovrà fermarsi”, dice l’economista Mirov
Vladimir Putin? “Sta finendo le risorse e dovrà fermarsi”. A dirlo è l’economista russo l’economista Vladimir Mirov, che collabora col dissidente anti-putiniano Aleksej Navalny e sottolinea in un’intervista rilasciata a La Stampa che Mosca ha riserve per due settimane e poi dovrà fermare i suoi piani di invasione dell’Ucraina.
Per Mirov le forze armate di Putin sono andate a finire dritte in un pantano, con l’ipotesi di una guerra lampo ‘bruciata’ dall’inattesa resistenza della popolazione ucraina e del suo esercito, e ora il rischio per lo Zar è di finire le riserve per la guerra al governo di Kiev, che il conflitto sta prosciugando anche alla luce delle pesanti sanzioni economiche disposte dalla comunità internazionale, in testa Stati Uniti ed Unione europea.
Secondo l’economista russo al Cremlino “non hanno ancora capito che la Russia è piombata in una crisi economica che sarà peggio di quella del 1991. Diamogli altre due-tre settimane per comprendere la realtà: non ha le risorse per proseguire la guerra”.
Come potrà Putin giustificare agli occhi dei suoi connazionali il fallimento militare ed economico causato dalla guerra in Ucraina? Secondo Mirov il numero uno del Cremlino troverà il modo di ritirare le truppe presentando il tutto come una vittoria: “Tutti i suoi collaboratori hanno troppa paura. Ha eliminato da tempo tutti quelli che potevano dirgli di no, e gli altri sono terrorizzati dall’Fsb (erede del Kgb sovietico, nda), che li intercetta tutti. Se anche soltanto due persone si dicono che è arrivato il momento di farlo fuori, lui lo saprà, figuriamoci se la cerchia dei ribelli si allarga a tre o più congiurati”.
Mirov per questo non crede ad un possibile rovesciamento del potere, un golpe interno provocato da forze armate e oligarchi sempre più nervosi. Putin infatti “non li prende sul serio”. Quanto agli uomini della sua ‘corte’, per l’economista “per ora opteranno per uno sciopero all’italiana: smetteranno di far funzionare il sistema di governo, e l’economia. Avranno una scusa fantastica: diranno che è tutta colpa delle sanzioni”.
Quanto a ‘Mad Vlad’, come Putin viene chiamato dalla stampa americana e britannica, per Mirov “non è completamente folle. Ha un istinto di sopravvivenza e i suoi uomini vogliono sopravvivere”.
Dal carcere invece si sta muovendo il suo amico, il dissidente Aleksej Navalny, che ha invitato i russi a organizzare proteste quotidiane contro la campagna militare di Mosca in Ucraina. L’annuncio è stato fatto da parte del suo portavoce su Twitter, riferisce il Guardian. “Aleksej Navalny chiede alle persone di uscire e protestare contro la guerra ogni giorno alle 19 e nei fine settimana alle 14″ nelle “piazze principali delle vostre città, ovunque voi siate“, ha scritto la portavoce Kira Yarmysh.
Il movimento di Navalny aveva precedentemente chiesto una campagna di disobbedienza civile per protestare contro l’invasione russa del suo vicino. “Putin non è la Russia. E se in questo momento in Russia c’è qualcosa di cui si può essere orgogliosi più di ogni altra cosa, sono quelle 6.835 persone che sono state arrestate perché – senza alcuna chiamata – sono scese in piazza con i cartelli ‘No alla guerra‘”, ha scritto Navalny su Instagram secondo Meduza.
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