L'operazione di "militanti del Caucaso"
“Putin è sopravvissuto a un attentato dopo l’invasione dell’Ucraina”, la voce degli 007 sul tentato assassinio
La voce è di quelle da prendere con le pinze, come tante di quelle sentite in tre mesi di guerra in Ucraina lanciata dal presidente russo Vladimir Putin come un’“operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione”. Secondo il capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, proprio il Presidente russo sarebbe scampato a un attentato dopo aver lanciato l’invasione.
La voce, dicevamo, va presa con le pinze. Perché arriva da Kiev, e quindi potrebbe essere pura propaganda, e perché si aggiunge a tutte le notizie che si sono affastellate e che continuano a circolare su Putin dall’inizio delle operazioni: voci di golpe, di una malattia, di un impazzimento addirittura. La notizia dell’attentato è stata riportata da diversi media ucraini tra cui l’Ukrainska Pravda. Nessuna conferma da Mosca.
“C’è stato un tentativo non molto tempo fa di assassinare Putin. È stato addirittura aggredito, si dice, da rappresentanti del Caucaso, ma si tratta di una informazione non pubblica; il tentativo è stato due mesi fa ed è fallito”, ha dichiarato Budanov. Secondo il capo dell’intelligence l’episodio non sarebbe da collegare direttamente alla guerra in Ucraina. Putin nella regione del Caucaso (che comprende Armenia, Azerbaigian, Georgia e parte della Russia meridionale) ha molti nemici consolidati dai conflitti precedenti.
Era il 2008 quando Mosca invadeva la Georgia. La Russia ha combattuto per anni un conflitto di basso livello nella regione contro insurrezioni islamiste, anche contro affiliati al sedicente Stato Islamico. Altro motivo di tensione è il conflitto mai sopito tra l’Armenia e l’Azerbaigian per la regione contesa del Nagorno Karabakh dove un’ultima preoccupante escalation si era verificata nel settembre 2020. Mosca sostiene l’Armenia mentre la Turchia sostiene l’Azerbaigian.
Putin aveva raccontato lui stesso in passato di essere scampato a diversi attentati. Al regista americano Oliver Stone, che filmò un’intervista fiume – The Putin Interviews – al presidente russo, disse di essere sopravvissuto ad almeno cinque tentativi di assassinio. “Io faccio il mio lavoro e gli agenti di sicurezza fanno il loro e lo stanno ancora facendo con buon successo”, aveva detto Putin precisando però che l’unica ragione per la quale tutti quei piani erano falliti risiede nel particolare che lui stesso si occupa personalmente della sua sicurezza.
Già lo scorso febbraio sui media ucraini si era diffusa la voce secondo la quale imprenditori e politici russi avessero creato un gruppo pronto a colpire Putin tramite un “avvelenamento o un incidente”. Nessuna fonte e nessuna prova era stata presentata neanche in quel caso. Proprio oggi il presidente ha incontrato il suo omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko, suo principale alleato, nella sua residenza a Sochi, sul Mar Nero. Lukashenko ha sostenuto di essere preoccupato dai “tentativi occidentali di smembrare l’Ucraina” e ha accusato la Polonia di cercare di annettersi la parte occidentale del Paese.
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