Il bilancio del bombardamento sulla città ucraina di Sumy è tragico: 35 morti e oltre un centinaio di feriti. Un massacro in piena domenica delle Palme, che ha provocato l’ira del presidente Volodymyr Zelensky e l’orrore dei leader europei. Per Kyiv non ci sono dubbi, “tutti i siti danneggiati sono civili: condomini, negozi, un’area di servizio”. Ma per Mosca, la versione è ovviamente diversa. Secondo le autorità russe le forze ucraine usano i civili come “scudi umani”, a Sumy è stato colpito un “obiettivo militare”, e secondo il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, vi sono “prove di un incontro” tra comandanti ucraini e occidentali nel luogo dell’attacco. Da Mosca di certo era impossibile attendersi una versione differente. Quello che però interessa Kyiv è soprattutto l’interpretazione che la Casa Bianca continua a dare di questa escalation russa, che ieri ha preso di mira anche Kharkiv, uccidendo quattro civili.

Putin fa strage, Trump accusa Biden e Zelensky

Perché il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha evitato anche ieri di esporsi troppo nei riguardi del Cremlino. E questo suona ancora una volta come un campanello d’allarme per l’Ucraina. Nelle ore successive al bombardamento, il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale, Brian Hughes, ha detto che quello era “un chiaro e duro promemoria” della necessità del lavoro di Trump per il negoziato. Poi, a bordo dell’Air Force One, il presidente Usa è intervenuto dicendo di avere informazioni sul fatto che quanto accaduto a Sumy fosse stato in realtà un errore. E alla fine, The Donald è intervenuto direttamente attraverso il social Truth. Ma anche in questo caso, i bersagli della sua invettiva sono stati il suo predecessore, Joe Biden, e lo stesso Zelensky, senza dare alcun peso al ruolo di Vladimir Putin.

“Il presidente Zelensky e il corrotto Biden hanno fatto un lavoro orribile nel permettere che questa farsa iniziasse” ha scritto il tycoon. “La guerra tra Russia e Ucraina è la guerra di Biden, non la mia” ha scritto Trump, “non ho nulla a che vedere con questa guerra, ma sto lavorando diligentemente per fermare morte e distruzione”. Dallo Studio Ovale, the Donald ha poi detto che Biden, Zelensky e Putin “sono tutti da condannare” per la guerra. E queste parole, che rientrano perfettamente nello schema usato da Trump da quando è tornato alla Casa Bianca, indicano due dati: Trump non vuole lo scontro con Putin; e Zelensky è ancora messo sullo stesso piano del capo del Cremlino. Per Kyiv è un segnale da tenere in considerazione. Specialmente ora che il negoziato sulla pace è in stallo e quello sui minerali con gli Usa vive una fase di paralisi dovute alle richieste di Washington.

Il disinteresse di Trump e le reazioni Ue

Ma è un segnale importante anche per l’Europa, che cerca di fare quadrato di fronte a una Casa Bianca sempre meno legata alle strategie del Vecchio Continente e ben poco intenzionata a sostenere l’Ucraina. Ieri, i leader Ue hanno ribadito la loro linea in favore dell’Ucraina. E tutti hanno sottolineato pubblicamente il fatto che la Russia, dopo questi attacchi, abbia evidenziato la mancanza di volontà nel cercare la pace. La Polonia si è rivolta agli Stati Uniti dicendo che Mosca sta “deridendo la loro buona volontà”. La Francia ha esortato sia l’Ue che gli Usa a imporre nuove sanzioni alla Russia per costringere Putin a firmare la pace. La stessa richiesta è arrivata dalla Finlandia. Mentre la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha rilanciato l’impegno europeo a proteggere l’Ucraina come unica garanzia per la pace. E lo stesso è stato detto dall’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas.

Da Osaka, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avvertito che la mancanza di passi in avanti da parte di Mosca può portare a “un’ulteriore scelta americana”, cioè a nuove sanzioni. Zelensky, intervistato dalla Cbs, ha avvertito che la politica di Putin “potrebbe degenerare in una guerra mondiale”. Ma l’allarme dell’Ucraina, con la pressione militare russa che fa temere una nuova offensiva primaverile su tutto il fronte, contrasta con le idee di Trump. The Donald ha già accusato Zelensky di “giocare” alla terza guerra mondiale. E il concetto appare chiaro: a Washington non fanno distinzioni tra aggressore e aggredito.