La guerra dentro le stanze del potere
Putin, il rischio golpe e la spaccatura del ‘cerchio magico’ al Cremlino: così la guerra-pantano divide i fedelissimi dello Zar
L’andamento difficoltoso di quella che a Mosca definiscono “operazione militare speciale”, la guerra lanciata da Vladimir Putin in Ucraina, sta spaccando il ‘cerchio magico’ del numero uno del Cremlino. A sostenerlo sono fonti di intelligence citate da Repubblica, che evidenziano in particolare i dissidi interni tra due ‘big’ del governo.
Da una parte infatti il ministro della Difesa Serghej Shojgu, che “vuole continuare e inasprire la guerra, da cui nasce anche la disperata richiesta di aiuti militari alla Cina”. Dall’altra invece il capo dei servizi e della sicurezza Nikolaj Patrushev, che al contrario spingere per chiudere il conflitto giunto oggi al ventesimo giorno.
Una situazione di incertezza che paradossalmente aumenta i rischi per la popolazione ucraina, come già visto in queste ore drammatiche: i bombardamenti dell’aviazione russa si sono fatti sempre più costanti e dannosi, con la capitale Kiev finita nel mirino tanto da costringere il sindaco Vitali Klitschko a ordinare un coprifuoco di 36 ore consecutive a partire dalle 20 del 15 marzo alle 7 del 17 marzo.
L’offensiva area in Ucraina sarebbe legata anche al forte malcontento dell’esercito russo: soldati di leva mandati allo sbaraglio in guerra, con dotazioni non sempre all’avanguardia e soprattutto con informazioni di intelligence errate che hanno trasformato quello che doveva essere un conflitto lampo in un pantano da cui non si vede uscita.
Non è un caso se il Cremlino abbia iniziato le epurazioni: a pagare per ora, sono stati Sergei Beseda e il suo vice Anatolij Bolukh, a capo del “Quinto servizio” dell’Fsb, la ‘filiale’ dei servizi segreti specializzata nei Paesi dell’ex Urss. I due sono stati arrestati su ordine di Putin: avrebbero rubato denaro destinato ad arruolare agenti e organizzare operazioni sovversive. Doppio arresto che però, scrive Repubblica, avrebbe fatto infuriare gli apparati militari russi.
Per fare fronte alle difficoltà dell’esercito Putin ha già chiesto il supporto dei mercenari di Wagner, dei ceceni di Ramzan Kadyrov, il ‘macellaio’ fedele al Cremlino, fino ai mercenari siriani. Ma se le difficoltà dovessero proseguire, messo nell’angolo Putin potrebbe puntare a scatenare una offensiva totale con armi chimiche. Quanto all’atomica, l’uso dell’arma finale da parte di Putin andrebbe confermato dal ministro Shojgu e dal capo di Stato Maggiore Valerij Gerasimov. Secondo l’intelligence citata da Repubblica il ministro seguirebbe il leader del Cremlino, ma per gli americani il suo generale si rifiuterebbe scatenando lo scontro finale per il potere a Mosca
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