L'escalation del conflitto
Putin lancia l’operazione “buio e gelo”: bombe su centrali per mettere in ginocchio l’Ucraina

Dal “price cap dinamico e temporaneo” all’attacco sistematico alle centrali elettriche. Il fronte “energetico” tiene banco. A Bruxelles e nella guerra in Ucraina. A Bruxelles, la Commissione europea ha presentato ieri un nuovo piano per far fronte alla crisi energetica che ha colpito il continente dall’inizio della guerra in Ucraina.
Il piano contiene meccanismi di acquisti comuni di gas, così da sfruttare una maggiore capacità negoziale per ottenere prezzi più bassi, di solidarietà nelle forniture, nel caso in cui alcuni stati membri si trovino a far fronte a un’improvvisa mancanza della materia prima, e infine un nuovo meccanismo per la determinazione del prezzo del gas. Il provvedimento, che riprende molte idee già discusse dai capi di stato e di governo al Consiglio europeo informale di Praga, sarà poi discusso a livello politico durante il Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre.
Il price cap dinamico e temporaneo “risponde molto da vicino a ciò che è stato richiesto e discusso” con l’Italia e gli altri quattordici Paesi membri. Lo indicano fonti Ue a margine della presentazione del nuovo pacchetto di misure contro il caro energia. Nelle settimane scorse il gruppo di capitali Ue aveva chiesto l’introduzione di un price cap fisso a tutte le importazioni di gas. La misura proposta da Bruxelles, spiegano le fonti, “trae significativa ispirazione dalla lettera dei 15 Stati e dal lavoro tecnico svolto con tutti i Ventisette” poiché “stabilisce quel meccanismo di correzione di mercato per evitare picchi di prezzo”.
Droni kamikaze, missili, attacchi aerei, artiglieria pesante. Pioggia di fuoco sulle centrali elettriche ucraine, diventate l’obiettivo principale delle forze armate russe. È l’operazione “buio e gelo”. Gli attacchi russi di ieri contro infrastrutture critiche di Kiev hanno causato la morte di tre impiegati. Lo ha reso noto il sindaco Vitali Klitschko. Da ieri mattina in alcune zone della capitale ucraina sono interrotte le forniture di energia e acqua a causa dei bombardamenti russi. Anche altre regioni ucraine, tra cui Mykolaiv e Kharkiv, sono state oggetto di bombardamenti, attacchi aerei e droni kamikaze. Le forze russe hanno distrutto in una settimana il 30% delle centrali elettriche ucraine: lo scrive in un Tweet il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Un altro tipo di attacchi terroristici russi: prendere di mira le infrastrutture energetiche e critiche. Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando massicci blackout in tutto il Paese. Non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin”, afferma Zelensky.
Negli ultimi 10 giorni, “la Russia ha effettuato circa 190 attacchi massicci” in 16 regioni dell’Ucraina “con missili, droni kamikaze e artiglieria”. Lo riporta Unian, citando il portavoce del Servizio statale di emergenza di Kiev, Oleksandr Khorunzhy. Stando a questi dati, il maggior numero di raid è stato effettuato nella regione e nella città di Kiev. Gli attacchi, che hanno provocato oltre 70 morti e 240 feriti, sono stati per lo più diretti a infrastrutture civili critiche, in particolare energetiche, provocando blackout in circa 4.000 insediamenti di 11 regioni. La Russia ha comprato “in un primo lotto” 1.750 droni dall’Iran, “poi sono seguiti nuovi ordini, ma la velocità di produzione e consegna non è un processo immediato”. Lo ha detto il capo degli 007 di Kiev, Kyrylo Budanov, in un’intervista al portale Obozrevatel rilanciata da Ukrainska Pravda. “Noi – ha aggiunto – ne abbiamo abbattuti circa il 70%”.
L’Iran ha stretto un accordo per fornire alla Russia missili terra-terra, oltre che nuovi droni da impiegare in Ucraina. Lo hanno riferito a Reuters due alti funzionari e due diplomatici della Repubblica Islamica. L’intesa, hanno spiegato le fonti, è stata siglata lo scorso 6 ottobre, in occasione della visita a Mosca di due rappresentanti dei Guardiani della Rivoluzione e di un membro del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale di Teheran. Guerra e repressione interna.
La Corte di Cassazione di Mosca ha respinto un appello contro la sentenza che ha condannato il dissidente Alexei Navalny a nove anni di carcere per frode e disprezzo della corte. Lo riferisce l’agenzia stampa russa Interfax. Condannato il 22 marzo, mentre stava già scontando un’altra condanna, Navalny si trova ora nella colonia penale n.6 di Melekhovo, dove è stato più volte confinato per lunghi periodi in cella d’isolamento. Fra i principali oppositori del Cremlino, Navalny si è anche scagliato contro la guerra in Ucraina. La comunità internazionale lo considera un prigioniero politico.
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