Le parole di Vladimir Putin stanno inondando Internet, specialmente YouTube con nuove interviste e con la lunga intervista che il Presidente russo ha dato qualche tempo fa a un giornalista americano già anchor man di Fox news. Di quell’intervista è andato in onda per Pasqua un frammento che era sfuggito ma che adesso, ben sottotitolato in inglese, assume il valore di una novità storica: secondo Putin la Seconda guerra mondiale cominciò con l’invasione tedesca della Polonia, non per colpa di Hitler, ma per colpa della Polonia. È stato un passaggio veramente incredibile ma chiunque può controllarlo.
La nuova intervista e le rassicurazioni dello zar
Vladimir Putin ha detto: “Dopo la fine della Prima guerra mondiale fu assegnata la città di Danzica ai polacchi. E quando Hitler chiese in maniera del tutto gentile di poterla riavere indietro, i polacchi lo costrinsero ad invadere la Polonia perché si rifiutarono di restituirla”. Elogiare Hitler pur di dare addosso all’odiata Polonia costituisce una novità storica specialmente per un leader che dà del nazista a destra e a manca. Ma poi si è aggiunta una nuova e interessante intervista di Putin con un giornalista russo in cui si è visto un Putin stranamente moderato, quasi sottomesso e in certi passaggi quasi implorante, che ripeteva: “Noi vogliamo e chiediamo di parlare: siamo pronti a sederci intorno a un tavolo e lo stiamo chiedendo in tutti i modi. Dobbiamo trovare un accordo con l’occidente e chiudere una situazione pericolosa. Ci attribuiscono l’intenzione di voler invadere la Lituania o la Romania e veramente non capisco da dove vengano queste idee: noi non vogliamo invadere nessuno ma anzi vogliamo mettere fine ha una situazione bellica che chiedo di risolvere”.
No alla minaccia atomica
Quando l’intervistatore gli ha chiesto se in caso di guerra Putin fosse a favore dell’uso di armi atomiche come ha già molte volte detto dopo aver fatto piazzare rampe di lancio sulla frontiera bielorussa, Vladimir Putin ha risposto usando una voce ed espressioni quasi addolorate che fanno letteralmente a pugni con il tono che ho usato subito dopo l’attentato di Mosca in cui ho cercato di coinvolgere sia l’Ucraina che gli arcinemici americani e inglesi.
Putin ha detto: “Le bombe atomiche sono armi come tutte le altre. E se molti le hanno, è perché pensano che in casi estremi si possano usare. Ma io non ho alcuna intenzione di usare armi nucleari e trovo molto pericoloso che se ne parli così leggermente. La Russia non vuole invadere alcun paese e cerca una soluzione concordata per l’Ucraina oltre a chiedere una conferenza con gli altri paesi per un sistema che garantisca tutti”. Avverto il lettore che riferisco a memoria le parole pronunciate dal presidente russo ma posso garantire che ne ricordo benissimo il senso che del resto è controllabile on line.
Il tono usato è stato molto più mite, quasi mogio. La mimica facciale di Putin era piena di espressioni improntate se non alla seduzione almeno alla de-escalation. Sembrava tornato il giovane Putin del 1999 quando appena salito al potere, si presentava come un sorridente sportivo a torso nudo e col cappello da cowboy proclamandosi figlio dell’Europa e parlando in tedesco davanti al Parlamento tedesco. Troppo poco per sostenere un cambio di marcia da parte dal presidente russo ma sta di fatto che nell’ultima settimana la NATO ha preso atteggiamenti militarmente aggressivi trasferendo molti uomini sulle frontiere con la Russia e spostando sistemi d’arma come se una guerra in Europa fosse inevitabile. Il generale Leonardo Tricarico, che è un ex capo di Stato Maggiore e che sa valutare le mosse militari anche nel loro valore simbolico, ha sostenuto che la NATO avrebbe fin troppo mostrato i muscoli e ha poi rassicurato tutti coloro che hanno paura di un imminente attacco russo, spiegando che non c’è stato alcun movimento militare russo che possa essere considerato allarmante. E che comunque la forza della NATO è incomparabilmente più potente dell’esercito russo. Difficile essere sicuri della relazione fra manovre militari e il cambio di tono del presidente russo il quale pur chiedendo un nuovo ordine mondiale, reclama a viva voce colloqui con l’Occidente.