Cresce la tensione in Libia, da quando l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar ha iniziato a dispiegare diverse unità combattenti nel sud-est del paese, area sotto controllo del governo di Tripoli. Haftar è l’uomo forte e il vero padrone del governo di Tobruch che controlla la Libia orientale, ma che non è riconosciuto dalle Nazioni Unite. La Cirenaica – la regione storica dove si trovano BengasiTobruch – ha nuovamente rotto le relazioni con il governo di unità nazionale e resta saldamente nella mano di Mosca, che schiera più di 2000 miliziani del Wagner Group a sostegno delle forze armate locali.

Proprio le unità in movimento nel cuore della Libia sono composte in gran parte dai mercenari russi, che insieme alle forze speciali guidate da Saddam Haftar (figlio del generale e vicecomandante dell’Esercito) si stanno rapidamente spostando su mezzi corazzati. Comunque l’obiettivo militare non sembra essere la capitale Tripoli – dove si sono verificati scontri tra diverse fazioni preoccupate dal precipitare degli eventi – ma la città meridionale di Ghadames, snodo fondamentale per le frontiere con Tunisia e Algeria. Quest’area (a oltre 500 chilometri da Tripoli) è controllata da milizie fedeli al governo del GNA, ma la sua caduta chiuderebbe a tenaglia la Libia occidentale. Il governo di Tobruch ha dichiarato che questi movimenti di truppe non hanno nessun obiettivo militare, ma soltanto una funzione securitaria per aumentare il controllo delle frontiere. Tripoli ha invece alzato al massimo l’allerta di tutte le sue forze armate, richiamando anche milizie lontane dalla Capitale proprio per difenderla da un eventuale attacco.

Il fatto che la maggioranza degli uomini sia composta proprio dai miliziani del Wagner Group fa pensare che questa mossa sia propedeutica per sostenere la lotta dei mercenari russi, impegnati nel nord del Mali in lotta contro i Tuareg che si sono ribellati al governo di Bamako. Dal 25 al 27 luglio – nell’area del Mali al confine con l’Algeria – gli uomini blu del deserto hanno sferrato un attacco in grande stile contro l’esercito regolare maliano e i mercenari russi che li sostenevano, provocando la morte di 84 russi e oltre 60 maliani. Alcuni elementi dell’ex Wagner Group (ridenominato da alcuni mesi Africa Corps) sono finiti prigionieri dei Tuareg che hanno preso il controllo di intere province nel nord del paese africano. La mossa di portare uomini e mezzi al confine con l’Algeria serve a facilitare il sostegno ai Wagner del Mali con la creazione di un ponte aereo che possa sostenere il loro sforzo bellico. Ma è fondamentale anche per fare pressione proprio sull’Algeria che appoggia la lotta dei Tuareg, dando anche loro asilo per le basi logistiche al di là del confine algerino.

Proprio Algeri era stato artefice dell’accordo del 2015 che metteva pace tra il governo di Bamako e le tribù Tuareg, dando a questi ultimi un’ampia autonomia. La giunta militare, che ha preso il potere con ben due colpi di Stato in rapida sequenza, ha cacciato i francesi e le truppe dell’Onu affidandosi completamente ai russi e rompendo l’accordo di pace con i Tuareg. Dopo alcuni mesi in cui le Fama (Forze armate del Mali) e i loro alleati di Mosca hanno continuato ad avanzare nel nord, la controffensiva Tuareg ha travolto le forze di Bamako rovesciando gli equilibri in campo. La partita africana di Mosca si sta complicando, ma il suo ruolo nel Sahel resta determinante. I russi stanno facendo confluire rinforzi dagli altri paesi dell’area, così come truppe di Niger e Burkina Faso stanno rafforzando l’esercito del Mali secondo gli accordi militare all’interno dell’Alleanza del Sahel. Mosca in Libia controlla i principali porti della Cirenaica e resta determinante per la sopravvivenza del governo di Tobruch.

I delicati equilibri libici erano stati messi in crisi già nel 2019, quando il generale Haftar aveva deciso di riunificare il paese con la forza marciando su Tripoli e proprio i russi lo avevano convinto a desistere. Oggi la situazione appare molto più complessa e la delegazione dell’Unione europea a Tripoli si è detta profondamente preoccupata così come l’ambasciata statunitense, quella francese e quella italiana. Lo stallo del dialogo sulla Libia era già molto allarmante ma, se le forze mercenarie russe appoggeranno le velleità di conquista del generale Haftar, la situazione potrebbe precipitare e portare a uno scontro indiretto fra Russia e Turchia che proprio a Tripoli schiera i suoi mercenari siriani a difesa del traballante governo di Dbeibah.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi