Il 41 bis è una disposizione dell’ordinamento penitenziario italiano che prevede un particolare regime carcerario. È detto anche “carcere duro” ed è destinato agli autori dei reati ritenuti più gravi, per lo più legati alla criminalità organizzata. In Italia sono 759 i detenuti sottoposti a questo particolare regime carcerario.

Sono 22 gli istituti penitenziari che prevedono il regime del carcere duro, dislocati su tutto il territorio nazionale. Secondo i dati del Ministero della Giustizia nella relazione annuale 2020, all’Aquila c’è la concentrazione maggiore con 152 detenuti di questo tipo. A Opera ne sono 100, a Sassari 91 e a Spoleto 81. Sono 304 quelli che hanno ricevuto la sentenza di ergastolo, di cui 204 con una sentenza definitiva.

Il carcere duro fu pensato in funzione preventiva: l’isolamento avrebbe impedito ai detenuti di comunicare con l’esterno e continuare a svolgere o almeno a comandare le attività criminose all’esterno. Per questo motivo tra le persone al 41 bis ci sono soprattutto appartenenti alle organizzazioni mafiose. I più numerosi sono gli appartenenti alla Camorra che sono il 35% del totale. Seguono gli appartenenti a Cosa Nostra, che sono 203 e alla ‘Ndrangheta, che sono 210. Ci sono anche 3 detenuti al 41 bis per motivi di terrorismo, in particolare islamico.

La condanna al 41 bis comporta particolari e rigide disposizioni. In primis l’isolamento dagli altri detenuti, anche nell’ora d’aria, la limitazione dei colloqui con i familiari, solo uno al mese della durata di un’ora, e dietro un vetro. Le autorità carcerarie controllano la posta in uscita ed entrata, la riduzione del numero e del tipo di oggetti che si possono detenere in cella, che è ovviamente singola. Riduce al minimo sia i contatti tra il detenuto e l’esterno (con i familiari e gli avvocati) sia con gli altri detenuti e anche con le guardie penitenziarie. Insomma si tratta di una condizione di totale isolamento.

L’estrema durezza del 41 bis ha aperto molte volte un dibattito circa la sua legittimità: se è vero che la Costituzione stessa ammette un particolare regime detentivo per criminali altamente pericolosi è anche vero che in alcuni casi il 41 bis si traduce in una vera e propria privazione dei diritti umani. L’estrema durezza del 41 bis ha richiamato più volte l’attenzione della Corte dei Diritti Umani di Strasburgo che ha sanzionato l’Italia in diverse occasioni.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.