Giuseppe Conte è il più ‘ricco’ del governo giallorosso. Il premier, secondo la dichiarazione dei redditi presentata in Parlamento per il 2019 (relativa all’anno d’imposta 2018) ha avuto un imponibile di 1.155.229 euro. Circa 700 mila in più rispetto all’anno precedente. Un surplus dovuto al fatto che – spiegano fonti di Palazzo Chigi – quando ha assunto l’incarico di premier, Conte ha dovuto chiudere tutti gli incarichi pendenti emettendo le relative fatture, quindi ha fatturato in un solo anno importi che altrimenti sarebbero stati diluiti nel corso del tempo. Restano invece invariate le proprietà: il capo del Governo ha dichiarato di possedere un fabbricato a Roma (probabilmente l’attuale abitazione privata) e una Jaguar d’epoca – modello XJ6- immatricolata nel ’96.

Se il presidente del Consiglio risulta il più ‘facoltoso’, Enzo Amendola, ministro per gli affari Europei, è in sostanza il più povero con 45.753 euro. In vetta alla classifica della squadra del Conte 2 c’è, comunque, Dario Franceschini con un reddito imponibile nel 2018 pari a 200.767 euro. Rispetto alla dichiarazione dei redditi dell’anno passato, il titolare della Cultura ha aggiunto la cessione alle figlie di un fabbricato a Ferrara e la cessione del 50% di un immobile a Roma alla moglie. A seguire Luciana Lamorgese, con 160.876 euro di reddito, oltre alla comproprietà di 7 fabbricati tra Roma, Potenza e Milano, ad azioni e derivati in 2 società e al possesso di una Toyota AyGo. In terza posizione Alfonso Bonafede, con 153. 832 euro, la comproprietà di un fabbricato a Firenze e una Mercedes classe b. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha invece dichiarato 104.134 euro (derivante dall’attività di eurodeputato). Manca all’appello Luigi Di Maio, che ancora non ha depositato la sua dichiarazione dei redditi.

C’è poi il titolare della Difesa, Lorenzo Guerini, con 131.914 euro. La ministra del Lavoro e politiche sociali, Nunzia Catalfo, con 115.290 euro. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, con 104. 271 che segnala come variazione rispetto al 2018 l’acquisto di una Bmw Mini Cooper in sostituzione di una Mercedes classe A.  Sotto i 100mila euro, di poco, il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, con 99.643 euro e la proprietà di un fabbricato di 100 mq Roma, uno di 120 mq a Bisceglie e di una Toyota AYgo. Segue il ministro della Pa, Fabiana Dadone, con reddito imponibile di 98.471 euro, derivante da lavoro dipendente. Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Federico D’Inca, dichiara invece 95.863 euro mentre la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, 94.445 euro e rispetto allo scorso anno informa di aver comprato una Passat e aver ceduto il 50% di un immobile a San Cataldo che aveva con il fratello.

Il politico più ricco, tuttavia, resta Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha dichiarato nel 2019 un imponibile di 48.022.126 milioni di euro. In linea con il reddito dell’anno precedente quando aveva denunciato anche tre fabbricati a Milano, uno a Lesa (Novara), due ad Antigua, uno a Lampedusa e uno a Casatenovo (Milano). In Parlamento tra i redditi più alti spicca quello di Antonio Angelucci, deputato di Forza Italia, potrebbe essere il parlamentare più ricco, con i suoi 5.105.187 euro. L’ex ministra della Pa, Giulia Bongiorno, ha invece dichiarato 2.403.772 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, il reddito dichiarato è in calo, visto che per il 2017 la senatrice della Lega aveva presentato un imponibile di circa 2,8 milioni di euro.

Secondo quanto si legge sul documento pubblicato sul sito del Parlamento, Bongiorno ha ceduto 2500 azioni di Cerved Information Solutions, 1312 di Poste Italiane e 13mila di Terna. Anche Matteo Renzi non se la passa male, con un reddito che sfiora gli 800 mila euro. Precisamente il leader di Italia Viva ha dichiarato 796.281 euro, oltre ad aver attestato la cessione di “due unità immobiliari” nel comune di Pontassieve il 27 maggio scorso, di cui aveva il “possesso al 50%”; la liquidazione della ‘Digistart srl’ con sede a Firenze, che vedeva l’ex premier socio con una quota da 10mila euro. Diventato senatore alle ultime politiche, ha guadagnato 796mila 281 euro, rispetto alle 29mila 315 euro percepite l’anno d’imposta precedente. E’ di 70.173 euro il reddito imponibile dichiarato nel 2019 dal senatore Matteo Salvini. La documentazione patrimoniale del segretario della Lega, infatti, è stata pubblicata, come prevede la legge, sul sito dell’assemblea di Palazzo Madama. Tra i leader Giorgia Meloni si ferma a 100.456 euro. Secondo l’ultima dichiarazione dei redditi, firmata il 7 ottobre 2019 e relativa all’anno 2018, la parlamentare ha presentato un reddito imponibile di 97mila 145 euro. Nel documento, pubblicato sul sito della Camera, Meloni attesta che “nessuna variazione patrimoniale è intervenuta in rapporto all’ultima dichiarazione presentata e pubblicata” nel 2018.

Mentre il più ‘povero’ risulta Matteo Salvini con 70.173 euro: nel documento – firmato il primo ottobre 2019 e relativo all’anno 2018 – all’interno della casella delle variazioni rispetto all’anno precedente, figura la dicitura “Bg Selection Sicav” (società di gestione lussemburghese) per “1.112,991” azioni.

Per quanto riguarda le alte cariche dello Stato, la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha dichiarato 301.598 euro. Tra i senatori a vita che hanno depositato la documentazione patrimoniale c’è Giorgio Napolitano con 121.259, Liliana Segre con 246.568 e la scienziata Elena Cattaneo 106.727. All’appello manca il titolare di Montecitorio, Roberto Fico, e i restanti senatori a vita: Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia. Quest’ultimo nella dichiarazione precedente aveva dichiarato quasi 3 milioni di euro.

 

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