Cosa fare per impedire la paralisi del Paese? È questo l’interrogativo che si pongono politici, scienziati e tecnici in virtù dell’esplodere della quarta ondata di Coronavirus spinta dalla variante Omicron. 

In Italia sono oltre mezzo milioni gli attualmente positivi e almeno 2 milioni le persone sottoposte a quarantena, col rischio che in poche settimane questo numero possa schizzare all’insù paralizzando il Paese. Un parere del Comitato Tecnico Scientifico, chiesto dal Governo, è atteso per mercoledì 29 dicembre.

Attualmente le regole prevedono, per chi è venuto in contatto con un positivo, la quarantena in casa per sette giorni (se vaccinato) o dieci giorni (se non vaccinato), in attesa di un tampone che ne attesti la negatività.

Un metodo che non funziona secondo il direttore della clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti. L’infettivologo spinge infatti per disporre la quarantena “solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i familiari e i contatti stretti, se sono in salute. Per non parlare dell’isteria da tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi”.

Una posizione condivisa anche da parte della politica. A partire da Matteo Renzi, col leader di Italia Viva che chiede di cambiare le regole sulla quarantena: “Se sei vaccinato non vai in quarantena quando entri in contatto con un positivo – spiega Renzi – se ci sono delle restrizioni facciamole solo per i no vax, perché non è giusto che i vaccinati paghino il contro delle scelte dei no vax”.

Ma anche dal fronte delle Regioni la richiesta è simile. Il governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, scrive su Twitter: “Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese”.

Stessa linea del collega del Veneto, il presidente Luca Zaia: “È ragionevole cominciare a fare un ragionamento” sulla quarantena per il vaccinato. “Spero che la quarantena cambi per i vaccinati, ma deve essere il Cts a esprimersi, su basi scientifiche”, ha detto nel corso di una conferenza stampa. 

Appello arrivato alle orecchie del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, che in visita all’hub vaccinale allestito a Torino dal Sermig di Ernesto Olivero ha spiegato che col ministro della Salute Roberto Speranza c’è stata stamane una “riflessione sul numero di persone in quarantena”. Sul tema “gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità”, aprendo di fatto a possibile modifiche. 

Adesso le quarantene sono diverse per i vaccinati e i non vaccinati — ha aggiunto a margine della visita all’hub vaccinale pediatrico allestito a Torino dalla Compagnia di Sanpaolo — si sta studiando cosa mettere in campo”.

Possibilista su modifiche alle regole anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Ospite di SkyTg24 l’esponente dei 5 Stelle ha spiegato che ‘deroghe’ non potranno arrivare a stretto giro, bisognerà infatti “attendere un parere del Cts“. “Tra 7-10 giorni da oggi si può pensare ad una revisione della quarantena“, è l’ipotesi di Sileri, che lega la revisione della quarantena in particola “alla ripresa delle scuole“.

Chi frena invece sulla questione è Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, che chiede massimo rigore contro il virus. “Il sistema di tracciamento e contenimento del virus deve essere rigoroso perché altrimenti si perde il controllo della pandemia. Quando si identifica un contatto stretto con un positivo, bisogna stare in isolamento, le regole su questo sono precise”, è il monito di Riccardi. 

Quanto a eventuali modifiche, vanno prese “in base ad una modellistica precisa, ossia calcolando che impatto avrebbe sulla circolazione del virus e sul Servizio sanitario nazionale. Bisogna comportarsi di conseguenza e non sulla base delle sensazioni“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia