E’ di quattro militari italiani della missione Unifil feriti il bilancio dell’attacco avvenuto nel sud del Libano, nella base di Shama colpita da diversi razzi, presumibilmente in dotazione a Hezbollah (ma accertamenti sono ancora in corso). I militari sarebbero stati colpiti da “schegge di vetro” e, secondo quanto si apprende da fonti di governo, non sarebbero in pericolo di vita.
I quattro soldati feriti sono tutti appartenenti alla Brigata Sassari. Secondo quanto riferisce il Corriere.it hanno già telefonato e rassicurato sulle loro condizioni i familiari.
Crosetto: “Basi Unifil usate come scudo”
Sono in corso le indagini per stabilire la dinamica di quanto accaduto. Secondo fonti della Difesa l’attacco sarebbe stato effettuato con armi in dotazione a Hezbollah. Guido Crosetto, ministro della Difesa del governo Meloni sbotta: “È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
Poi aggiunge: “Ho immediatamente contattato il comandante del contingente, Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine dell’assemblea Anci, ha aggiunto: “Dovrebbero essere due missili lanciati da Hezbollah, è inaccettabile quello che sta accadendo”. Ha poi sottolineato che “non ci sono feriti gravi, parliamo di escoriazioni, pare che un luogotenente abbia delle ferite leggere”.
Nei giorni scorsi la base dove sono presenti circa mille soldati italiani era stata colpita da razzi di Hezbollah. Nelle precedenti settimane invece c’erano state tensioni con l’esercito israeliano.
Che cos’è l’Unifil, 10mila soldati nel sud del Libano
La missione Unifil, acronimo di United Nations Interim Force In Lebanon fu istituita dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel 1978 e più volte rinnovata con lo scopo di definire e garantire il rispetto del confine tra Israele e Libano e favorire il raggiungimento di una tregua stabile e pacifica tra i due paesi.
Unifil, almeno mille italiani in Libano
Oggi con Unifil sono stanziati in Libano più di 10mila soldati provenienti da 50 paesi diversi, a cui si aggiungono circa 750 civili libanesi e internazionali che lavorano nelle basi. L’Indonesia è il paese con il contingente più numeroso, composto da circa 1.200 soldati, seguito da quello italiano, di circa mille.
Unifil fu creata dopo che Israele invase il Libano per la prima volta e occupò un’area profonda circa 20 chilometri dal confine, fino al fiume Leonte. L’invasione fu una ritorsione agli attacchi che l’Olp faceva contro il territorio israeliano usando il sud del Libano come base.
Nel 2006, dopo un’altra guerra tra Israele e Hezbollah, il mandato fu rinnovato e ampliato nuovamente con la risoluzione 1701, approvata dopo un’altra invasione israeliana del paese: secondo la risoluzione, l’Unifil ha il compito di monitorare la cessazione delle ostilità con l’aiuto dell’esercito regolare libanese.
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