Tutti imbrigliati in una miriade di legacci, nodi che si riproducono per partenogenesi. Il Sud è una palude in cui ogni sentiero muore dentro un tranello di sabbia mobile. Rapporti parentali, familiari, amicali, di società e di clan: chi è fuori dal reticolo di interessi è come le foglie di Ungaretti. Nemmeno Banfield ha capito fi no in fondo i rivoli del familismo amorale che lui stesso ha teorizzato. L’interesse è la fossa che s’ingoia il Meridione, e gli interessi ci stanno dappertutto nel mondo, immanenti nell’uomo. Solo che in altri luoghi gli interessi si allargano più facilmente,
escono dal cerchio familiare, del clan, vanno con più facilità a coincidere col vantaggio per una comunità più vasta. Fra i Sudici l’interesse non esce di casa, nutre e si nutre di mura domestiche: ogni cosa ha un padrone ridotto, un numero definito di persone, l’interesse pubblico è inesistente come concetto e le volte che nel bisogno ha coinvolto nuclei estesi è stato subito strangolato da potentati minimi. Il problema meridionale continua a essere l’osso, chi lo afferra lo tiene per sé, lo considera proprio di diritto, rispetto a esso tutti sono nemici, ostacoli da distruggere. Oggi il
pantano è dominato da due tipi di familismo, uno criminale e l’altro immorale.

Nel familismo immorale si perseguono interessi di progresso economico, sociale, culturale, perfettamente legittimi ma relativi al bisogno del clan e ogni volta che un singolo è tentato all’agire per fini collettivi, il gruppo interviene per dissuaderlo, quindi c’è la coscienza del giusto e dell’ingiusto. Nel familismo criminale ci si appropria di ciò che appartiene a tutti e lo si detiene a qualunque costo, nemmeno si è coscienti del furto. Il familismo criminale più pericoloso è quello politico, veri e propri clan si sono insediati dentro i partiti che rappresentano l’alibi e il mezzo per gli espropri. Per questo il Sud non può uscire dal pantano, i clan sono a cavallo di ogni onda, da qualunque parte provenga, cavalcano vittorie e sconfitte che sono anch’esse vittorie in un gioco di sponda: un flipper in cui la biglia non può andare in buca. Il voto non cambia le cose al Sud, non le può cambiare se i protagonisti sono sempre gli stessi. Le foglie cadono e alberi, rami e ramoscelli restano.

Gioacchino Criaco

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