Il parallelo è tanto ambizioso quanto intrigante, lo so fin troppo bene e penso anche che i due diretti interessati se avessero modo di rispondermi avrebbero per il sottoscritto almeno due badilate di improperi la mattina, e tre betoniere colme di disprezzo la sera. Ma, nonostante ciò, mi azzardo comunque, sprezzante del pericolo e dei rischi che mi attendono al varco: Giorgia Meloni e Vincenzo De Luca sono due leader che hanno molte più cose in comune di quelle che effettivamente li dividono.

Gemelli politici

Anzi, se ci liberiamo di una serie di pregiudizi di parte e delle incrostazioni di un recente passato fatto di dispetti, contrasti e qualche mala parola, potremmo benissimo affermare che Giorgia e Vincenzo si assomigliano, sono gemelli politici eterozigoti. Sono diversi, ma sostanzialmente anche molto uguali, con delle affinità singolari, che forse entrambi preferiscono non vedere per ovvie ragioni. Eppure, Vincenzo e Giorgia sotto molti aspetti sono identici e si compensano, più delle apparenze. E come insegna l’antico adagio, chi si somiglia si piglia, il che significa anche randellarsi se e quando è necessario. Adesso, giusto per iniziare a incolonnare le similitudini più evidenti, è innegabile che sia l’una che l’altro hanno dato ampia prova di essere due tipi sanguigni, spontanei e veraci oltre le etichette e le convenzioni, tanto che non si lasciano passare la mosca sotto al naso, che antepongono spesso l’istinto alla ragione nelle loro reazioni, che non temono di puntare i piedi o di alzare la voce nei confronti di interlocutori o di avversari più forti.

Due leader fatti della stessa pasta

Ancora, oltre ad avere un carattere sanguigno, entrambi sono due leader a modo loro ingombranti, che riescono con naturalezza e facilità a prendersi la scena e l’attenzione del pubblico. Due leader onnivori che se costretti dalle circostanze tollerano di dividere con altri lo spazio del loro agire, solo se questi ultimi accettano il ruolo di spalle teatrali. Inoltre, li accomuna una terza caratteristica, che in verità è propria di molti leader, ma che non tutti coltivano con il dovuto rispetto: sono due persone perfezioniste, meticolose e maniacali nello studio dei dossier e dei problemi da risolvere che il loro ruolo gli pone dinanzi. È un’attitudine questa che richiede una fatica che entrambi sembrano non avvertire particolarmente o di gestire meglio di altri politici. Infine, la fondatezza del parallelismo è costruita anche su altre due similitudini che ci fanno dire quanto Giorgia e Vincenzo siano leader fatti della stessa pasta: intanto, la prima riguarda l’espressività del volto, degli occhi e più in generale del corpo.

Le finali di De Luca e Meloni

La loro comunicazione non verbale può valere benissimo la candidatura all’Oscar, riesce a raccontare meglio e più efficacemente di mille parole quello che è il loro pensiero. Le maschere deluchiane valgono quanto quelle meloniane, entrambe figlie del mestiere e della gavetta politica, ma non di meno della miglior accademia della drammaturgia italiana. Mentre la seconda caratteristica che li rende così simili è quella della rapidità di posizionamento. Giorgia e Vincenzo sono i nostri Marcell Jacobs, veloci e scattanti nel fiutare e cavalcare la polarizzazione, fulminei nel sincronizzarsi con il cangiante sentimento popolare. Entrambi, scattano rapidamente dai blocchi di partenza per tagliare il traguardo prima degli altri: De Luca nella finale dei 100 metri dell’autonomia differenziata e Meloni in quella sulle nomine europee.

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).