Quello straordinario colloquio tra Giorgio Napolitano, Paolo Nespoli e gli astronauti della ISS

Era il 23 maggio 2011 e fu un modo molto particolare per celebrare l’Unità d’Italia, per ribadire l’importanza della ricerca scientifica ed esaltare l’eccellenza del Belpaese in imprese di valore come quella spaziale. Ma anche un’occasione per esaudire una curiosità comuni a tutti: cosa si prova a guardare il mondo e l’Italia da lassù.

Questi furono i principali punti toccati nel colloquio tra l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e gli astronauti italiani sulla ISS: Paolo Nespoli, ormai in partenza dopo una permanenza nello spazio di quasi sei mesi, e Roberto Vittori, arrivato il 18 maggio sulla ISS a bordo dello Shuttle Endeavour.

Dopo aver salutato con qualche parola in russo il comandante della ISS, Dmitry Kondratiev, e poi in inglese il comandante dell’Endeavour, Mark Kelly, Napolitano si rivolse ai due astronauti del corpo ESA di nazionalità italiana con parole di riconoscenza.

“La partecipazione italiana a questa missione dà un significato a un’espressione che ripeto spesso: dobbiamo essere all’altezza delle più alte tradizioni italiane, e voi lo siete”, disse il Presidente della Repubblica.

Napolitano batte le mani quando i due astronauti dispiegarono la bandiera tricolore, consegnata da Napolitano a Vittori il 7 gennaio scorso, in apertura delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità. Vittori consegnò la bandiera a Nespoli, ‘perché la riporti a Terra al suo rientro con la navetta russa Souyz, in programma per il giorno seguente.

L’Italia è un Paese bellissimo da quassù– ha detto Nespoli ricevendo la bandiera da Vittori – ed è importante andare avanti in attività come la ricerca e l’educazione”. Il presidente Napolitano dette appuntamento agli astronauti per riceverli al loro rientro a Terra.