La quarta votazione per eleggere il 13esimo Presidente della Repubblica è ancora una fumata nera, annunciata. Lo scrutinio nel primo pomeriggio a Montecitorio ha fatto registrare 166 voti per il presidente uscente, Sergio Mattarella (ieri si era fermato a 125). Votati anche Nino Di Matteo con 56 preferenze, Pier Ferdinando Casini 3, Belloni 2 e Cassese 1, 441 astenuti, 261 schede bianche. Da oggi le probabilità di eleggere il prossimo Capo dello Stato sono sensibilmente aumentate: il quorum si è abbassato alla maggioranza assoluta, 505 voti, dopo i primi tre giorni ai due terzi. La quinta votazione si terrà domani di nuovo alle 11:00, non è passata la proposta di fare due votazioni in un giorno.
Il centrosinistra ha votato scheda bianca. Il centrodestra si è astenuto. “Ho passato un pomeriggio di lavoro e di incontri sulle persone da proporre. Io considero di eleggere domani un presidente della Repubblica. Si vota domani e il mio obiettivo è dare agli italiani una risposta domani e vedere i miei figli dopodomani. Sono fiducioso e ottimista, confido che domani sia la giornata buona”, ha dichiarato il segretario della Lega Matteo Salvini. “Mi si chiedono personalità al di fuori della politica, senza tessere in tasca, apprezzate a livello nazionale e internazionale. Ho fatto un pomeriggio di incontri su persone su cui andare a proporre”, ha aggiunto escludendo il bis di Sergio Mattarella.
L’elezione del Presidente del Consiglio Mario Draghi, dato da mesi come il favorito alla corsa e in questi giorni in bilico, è sbarrata proprio da Salvini, il segretario della Lega che in questi giorni sta facendo da kingmaker nelle trattative, e dal capo del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Di altro avviso il ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio. Gelo da parte di Forza Italia: secondo alcune indiscrezioni il fondatore e leader Silvio Berlusconi, ricoverato da domenica scorsa dopo essersi sfilato dalla corsa al Quirinale, non avrebbe risposto alle telefonate del premier fino a oggi pomeriggio. “Berlusconi ha ricevuto una cortese telefonata dal presidente del Consiglio. Nel corso del colloquio non è stato affrontato alcun tema politico”, la nota.
Secondo il Corriere della Sera sarebbe stato Salvini a consigliare a Draghi di telefonare all’ex premier. Solo un retroscena, che comunque fa parlare di disgelo del Carroccio verso il Presidente del Consiglio. A favore il Partito Democratico: il segretario Enrico Letta è stato lo sponsor più forte del premier. Fratelli d’Italia potrebbe spaccare il centrodestra: le elezioni anticipate, con la caduta del governo nel passaggio di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale, è tanto allettante per Giorgia Meloni quanto terroristica per i parlamentari che perderebbero il seggio. Il rebus è la successione a Palazzo Chigi.
Piacione contro secchione, il titolo in prima pagina de Il Tempo con Draghi e Pier Ferdinando Casini. L’ex Presidente della Camera, Dc, Udc, eletto con il Partito Democratico ha postato due giorni fa su Instagram una foto eloquente: “La politica è la mia vita”. Salvini sbarra la strada anche a lui: “È uno che è stato eletto con il Pd. Una proposta della sinistra”. Il suo maggiore sponsor è Matteo Renzi, ex premier leader di Italia Viva. A favore quindi i centristi e anche i dem lo voterebbero. Contraria Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle. Secondo un retroscena i grillini avrebbero bollato la candidatura “irricevibile”.
Il nome che insistentemente ha ripreso a circolare da questa mattina, in Transatlantico e sui giornali, è stato quello di Elisabetta Belloni. La prima donna alla direzione del Dipartimento per l’informazione e la sicurezza sarebbe apprezzata in maniera trasversale: da Salvini a Meloni, da Letta a Conte. Oltre a essere la prima donna ai vertici dell’intelligence è stata anche la prima a guidare l’Unità di Crisi della Farnesina e la prima a dirigere la Cooperazione allo sviluppo e primo capo del ministro degli Esteri. Dalla sua ha una spendibilità in campo internazionale, contro invece la scarsa popolarità. Certo il capo dei servizi segreti che passa al Quirinale imbarazza e rimanda a sensazioni da Stato sudamericano: no dei centristi al profilo. “La Belloni è una funzionaria dello Stato, non dell’intelligence” spiegavano fuori Montecitorio ieri mattina due deputati a Repubblica.
Sabino Cassese è la personalità super partes che da ieri è entrata all’improvviso nelle trattative: Il Foglio aveva scritto di una visita di Salvini a casa del presidente emerito della Consulta ai Parioli a Roma. La Lega ha smentito la visita. Il quotidiano no. Il nome intanto è rimasto. Nessuna forza politica critica o sminuisce il profilo di alto livello. Fratelli d’Italia non esclude così come Forza Italia. L’ex ministro della Funzione Pubblica del governo Ciampi è apprezzato dal Partito Democratico. Contrario il Movimento 5 Stelle: Cassese fu senza mezzi termini contro l’uso dei dpcm durante l’emergenza covid dell’ex premier Giuseppe Conte. “Le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano …”, il commento del candidato a RaiNews24.
Resta sempre in corsa la sempreverde “ipotesi Amato”. Il due volte ex Presidente del Consiglio, Giudice Costituzionale, ministro per le Riforme istituzionali, del Tesoro con D’Alema premier e dell’Interno con Prodi, sabato dovrebbe essere eletto Presidente della Consulta. Favorevoli Forza Italia, non contrario il Pd, contrari Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Così come non è tramontata del tutto la pista che porta all’attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia. La Guardasigilli, prima donna presidente emerita della Corte Costituzionale, raccoglie i consensi di Lega, Fratelli d’Italia, +Europa, Azione, Italia Viva e Pd. Contro avrebbe il parere di tanti parlamentari: troppa poca esperienza politica. Contrario il Movimento 5 Stelle: Cartabia resta la ministra che ha smantellato la riforma del predecessore Alfonso Bonafede sulla prescrizione.