Variazione delle modalità di raccolta dei rifiuti“. I volantini Ama sono comparsi già da qualche giorno in alcuni civici delle strade del quartiere Settebagni. Niente da fare: la raccolta dei rifiuti porta a porta non funziona e così si torna ai cassonetti. Un “passo indietro” richiesto proprio dai cittadini, stanchi di dover sopportare continui disservizi.

Ama: variazione nella raccolta dei rifiuti per questioni “organizzative”

Nel mese di settembre per ragioni tecnico-organizzative cambieranno le modalità di raccolta dei rifiuti” si legge sul volantino dell’Ama. “Saranno progressivamente posizionati i cassonetti stradali e ritirati i bidoncini domiciliari.” Una settimana prima del loro posizionamento verrà inviata a tutti gli utenti interessati “La guida per le famiglie”, una brochure dettagliata per poter procedere con la raccolta differenziata. La stessa comunicazione è stata inviata da Ama, tramite mail, al comitato di Quartiere Settebagni e segue la nota dell’assessora Ziantoni del 18 maggio scorso, secondo cui “La complessità urbanistica del quartiere, costituito da strade strettissime ed in salita, impedisce il regolare svolgimento del servizio con innumerevoli ripercussioni sugli utenti e sulle condizioni di sicurezza degli operatori”.

Il ritorno dei cassonetti è stato definito il risultato di “un grande lavoro del Comitato di Quartiere Settebagni in concerto con il III Municipio per dimostrare che la raccolta PAP a Settebagni, così come era attualmente concepita e soprattutto con i mezzi attuali dell’AMA, era impossibile” fanno sapere dal direttivo. 

I disagi dei cittadini

Secondo un recente sondaggio di Legambiente, i territori della città la raccolta differenziata dei rifiuti più efficace sono proprio quelli dove il conferimento avviene a livello del porta a porta. Ma ciò non vale per il quartiere Settebagni, dove il servizio non è mai davvero decollato, lasciando le strade colme di sacchetti a richiamare topi e blatte. Oppure cancelli dei palazzi con buste appese per evitare che i cani o altri animali potessero avvicinarsi. Senza contare il fetore, soprattutto d’estate. 

Una situazione insostenibile che aveva già portato la Commissione Tributaria di Roma ad accogliere il ricorso, presentato proprio dal Comitato di Quartiere nel 2018, per la restituzione della tassa pagata nel biennio 2017-2018 nella misura del 20%. Un fallimento del porta a porta che ha colpito anche altri quartieri della città, per un obiettivo che si allontana sempre di più da quel “70% nel 2021” annunciato inizialmente dalla sindaca Raggi.

Ma la speranza è l’ultima a morire: “Siamo disponibili alla reintroduzione del Porta a Porta con tecnologia e mezzi diversi da quelli attualmente usati e che siano conformi alla urbanistica del quartiere” sottolineano dal Comitato di Settebagni.

Roberta Davi

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