Parte l'ultima chiamata per cambiare la giustizia
Rai sanzionata dall’AgCom, ha oscurato i referendum
«Nessuno vuol metterci la faccia», dice a proposito del Referendum chi, la sua, la spende per il No. Ormai mancano tre giorni al voto e al contrario delle previsioni, si moltiplicano le iniziative a favore del Sì. Prende la parola, giusto un attimo prima che sia troppo tardi, l’AgCom. E arriva la sanzione per la Rai, che ha oscurato deliberatamente la campagna referendaria.
«Sono da accogliersi le ragioni di chi ha presentato l’esposto», dice l’organismo di vigilanza. E viene fatto particolare riferimento al monologo di Luciana Littizzetto a Che Tempo che fa su Rai3. Esulta la Lega, che dei quesiti è promotrice insieme al Partito Radicale. «Bene che l’Agcom richiami la Rai per la violazione dei principi in materia di par condicio e pluralismo durante la campagna referendaria. Peccato che ormai il danno sia stato fatto e, a pochi giorni dal voto, resta l’amaro in bocca». Firmano i parlamentari della Lega in Vigilanza Rai, Giorgio Maria Bergesio, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi, Leonardo Tarantino. Lo stesso Matteo Salvini è in campo, denunciando un clima di incredibile silenzio e invitando tutti gli elettori leghisti a andare alle urne il 12 giugno.
Quello di Salvini segue l’appello di Silvio Berlusconi: «Rivolgo un appello accorato a tutti gli italiani perché vadano a votare e diano il loro voto su un argomento che, prima o poi, potrebbe riguardarli tutti personalmente», ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un video messaggio pubblicato sui suoi canali social. Tutti i parlamentari azzurri mobilitati, come dimostra dalla commissione Giustizia il senatore triestino Dal Mas: «Andare a votare il 12 giugno non è inutile esercizio, ma una straordinaria occasione di democrazia. Cinque quesiti, un unico grande e convinto sì: dopo 30 anni di strapotere della magistratura abbiamo l’opportunità di ripristinare l’equilibrio, garantire l’efficienza del sistema giustizia e garantire maggiori tutele ai cittadini».
Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, la posizione è composita (3 Sì e 2 No, alla Severino e sulla carcerazione preventiva) ma l’invito ad andare a votare è fermo. «Noi siamo assolutamente per partecipare a questo referendum. Un pronunciamento popolare è necessario per una materia che merita di essere riformata. È stato fatto di tutto per far naufragare questi referendum, a partire dalla data del 12 giugno, pensata per avere la minima partecipazione. La Severino va riformata, ma l’abrogazione tout court non è giusta. Se l’aboliamo con l’automatismo, rimettiamo nelle mani dei giudici l’applicabilità o meno della pena accessoria dell’incandidabilità. Una cosa che nel nostro sistema davvero non può andare».
Anche un esperto regista della battaglia politica come Francesco Storace sprona i militanti a seguire il suo esempio: «Andrò a votare cinque sì, con cinque mascherine. Il boicottaggio di governo non deve fermare nessuno». Se tutto il centrodestra invita alle urne, più forte è l’impegno dell’area riformista e garantista. Per PiùEuropa, Emma Bonino ricorda che «Dalla giustizia dipendono i nostri diritti e la nostra economia, la giustizia giusta è alla base del patto tra Stato e cittadino ed è la garanzia della nostra libertà». Se la prende anche con la viltà del fronte astensionista: «Il Pd commette un grave errore schierandosi per il No. Si sono appiattiti sulle posizioni manettare dei grillini’», conclude Bonino. Riccardo Magi, che di PiùEuropa è Presidente, ricorda che «il 12 giugno gli italiani hanno una grande occasione per esprimersi e dire chiaramente che vogliono un giusto processo, un giudice terzo, il rispetto della presunzione d’innocenza, che vogliono cioè una Giustizia più attenta alla Costituzione che alla percezione».
Ettore Rosato, Italia Viva, raccomanda di «Non mancare l’unica occasione in cui agli italiani è dato di esprimersi per dire Sì o No a un sistema che troppo spesso calpesta lo stato di diritto». Matteo Renzi riconosce che la strada è in salita: «Sarà molto difficile raggiungere il quorum. Io andrò a votare e voterò cinque sì. Non sarà facile anche perché hanno sgomberato il campo dai quesiti che avrebbero portato davvero tanti a votare, vale a dire la responsabilità civile dei magistrati, la cannabis e l’eutanasia». Il Psi è per 5 Sì, come ieri ha ricordato Bobo Craxi: «Considero che il risultato che si otterrà nelle urne sarà comunque un risultato politico importante. Non c’é nessuna sinistra democratica al mondo che non è attenta ai diritti civili e che fa il cagnolino al guinzaglio dei magistrati. Purtroppo il Pd ha scelto questa posizione umiliante».
Forte anche l’impegno dei meridionalisti di Mezzogiorno Federato, guidato da Claudio Signorile: «Votare i referendum vuol dire rendere onore alla libertà, alla democrazia, al buonsenso, alla legge ed anche ad un uomo come Enzo Tortora». Non manca neanche il magistrato-simbolo che ha permesso di disvelare il Sistema nelle sue nefandezze, Luca Palamara: «Votare sì per una giustizia giusta e per scardinare il Csm dai meccanismi di spartizione delle correnti».
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