Gli allarmi aerei suonano in tutta l’Ucraina: “raid ovunque” denuncia Kiev. Le autorità hanno chiesto ai cittadini di rimanere nei rifugi. Le forze russe aumentano la pressione mentre anche l’Ucraina continua a colpire in Russia, a Belgorod, dove Mosca parla di terrorismo. Kiev si è detta comunque pronta a far partire una nuova offensiva per liberare la Regione di Zaporizhzhia e spinge ancora a sud su Kherson, due delle regioni annesse dal Cremlino con i referendum non riconosciuti dalla Comunità internazionale. Ancora un appello di Papa Francesco contro la guerra nell’Angelus: inascoltato il Pontefice.

Le forze opposte in questo frangente del conflitto sembrano equivalersi sul campo. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha denunciato che ormai la NATO fa ormai parte del conflitto. Questo però non impedirà alla Russia di portare a termine la sua “operazione speciale”, ha aggiunto. Domani al via l’esercitazione congiunta di 14 Paesi della NATO, compresa l’Italia, in una località ancora top secret. Il Presidente russo Vladimir Putin nei prossimi giorni dovrebbe convocare il Consiglio di Sicurezza per fare il punto della situazione. Secondo Kiev i russi hanno cominciato a evacuare dalla regione di Kherson le “cosiddette istituzioni statali”.

A Zaporizhzhia le autorità locali in esilio hanno annunciato che le truppe di difesa hanno inflitto gravi perdite al nemico e si stanno preparando a liberare tutte le zone occupate. Per il viceministro della difesa Hanna Malyar il rapporto delle vittime è di un ucraino su sei russi. Nel Donbass invece si assiste ad una ripresa della spinta degli occupanti. Kiev è in difficoltà a Bakhmut in Donbass, dove i separatisti hanno bersagliato sette insediamenti e rivendicato la conquista di due villaggi. Gli ucraini in risposta hanno bombardato il capoluogo e colpito il palazzo del governatore

Il conflitto in Ucraina sconfina sempre di più nei confini russi: Mosca parla di attentato terroristico per quanto riguarda la strage avvenuta ieri a Belgorod in un centro di reclutamento. Sempre a Belgorod diversi bombardamenti hanno colpito l’area dell’aeroporto e una struttura elettrica. Dodici le esplosioni segnalate nei pressi dell’aeroporto, nei giorni scorsi erano stati colpiti depositi di munizioni, una centrale elettrica e un deposito di carburante. Da chiarire quello che è successo in una base militare russa, nei pressi di Belgorod, dove 11 soldati sono rimasti uccisi in una sparatoria. Ad aprire il fuoco sarebbero stati due uomini, uccisi a loro volta. Quindici i feriti. Il ministero della Difesa russo ha definito l’episodio “un attacco terroristico” secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa governativa TASS. Secondo il ministero i due uomini che hanno aperto il fuoco provenivano da “una nazione ex-sovietica”, e hanno cominciato a sparare contro i soldati durante un’esercitazione di tiro. Non è chiaro se i due fossero mercenari – prestando servizio la Russia permette di accedere alla cittadinanza.

In Bielorussia sono intanto arrivati i novemila soldati russi pronti a unirsi all’esercito di Minsk dopo l’accordo con Mosca. La Serbia intanto ha chiuso l’ambasciata a Kiev. Dall’altra parte, il Consigliere per la sicurezza statunitense Sullivan ha lanciato un appello alla Cina: “Porti Mosca alla ragionevolezza sulla armi nucleari”. Washingron è pronta a inviare un altro pacchetto di aiuti da oltre 700mila dollari, ma senza i sistemi di difesa anti-cruise richiesti dal presidente ucraino Zelensky. La Francia fornirà sistemi antimissile e di contraerea oltre ad addestrare duemila soldati ucraini. Secondo l’intelligence del Regno Unito Mosca è a corto di missili e munizioni e “probabilmente non è in grado di ricostituire le scorte, al ritmo con cui vengono consumate”. Circa 80 razzi da crociera si sono abbattuti per tutta la settimana sull’Ucraina. Putin avrebbe chiesto aiuti all‘Iran, per droni d’attacco e missili terra-superficie. “La consegna da parte dell’Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata” per lo stato ebraico a “fornire aiuto militare all’Ucraina”, ha twittato così il ministro per la Diaspora di Israele Nachman Shai.

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