E’ una rapina, signora datemi tutto l’incasso“. Sono le parole pronunciate in un video da un uomo che, armato di pistola e con il volto parzialmente coperto da una coppola e dallo scaldacollo, si presta per lo spot pubblicitario ideato dal giornalista pubblicista Pino Grazioli. Uno filmato nato per sponsorizzare un negozio di abbigliamento di Salerno. “Signora c’è crisi, devo fare i regali a Natale datemi i soldi” dichiara l’attore amatoriale impugnando sempre la pistola.

Poteva trattarsi solo dell’ennesimo spot di cattivo gusto ma in realtà c’è ben dell’altro. Sì perché il “regista” e voce narrante del video che pubblicizza delle offerte di un negozio di abbigliamento è un giornalista. Cosa c’è di strano? Il giornalista, secondo la Carta dei doveri, “non può prestare “il nome, la voce, l’immagine, per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell’autonomia professionale. Sono consentite, a titolo gratuito e previa comunicazione scritta all’Ordine di appartenenza, analoghe prestazioni per iniziative pubblicitarie volte a fini sociali, umanitari, culturali, religiosi, artistici, sindacali”.

Ma fosse solo questo. Lo storyboard dello spot prevede una rapina a volto coperto e a mano armata, con tanto di pistola senza tappo rosso, che si conclude con il rapinatore che ingolosito dalle “offerte stracciate” invece di portarsi a casa un bottino acquista dei capi di abbigliamento. Un video che sui canali social dello stesso Grazioli, seguitissimo non solo a Napoli e in Campania ma in tantissime regioni del Sud Italia, ha raggiunto oltre 300mila visualizzazioni.

Il video della rapina come spot pubblicitario, protagonista il giornalista Pino Grazioli