Un cane corso e un pastore maremmano, con regolare microchip: si chiamavano Gemma e Isacco. Scomparsi da Valmontone circa dieci giorni prima, sono stati ritrovati lo scorso 26 agosto nelle acque di un torrente a cavallo tra i comuni di Genazzano (Roma) e Paliano (Frosinone), in avanzato stato di decomposizione. Lo stesso luogo dove è stato rinvenuto, appena due giorni dopo, anche un montone, ucciso in modo identico.

Sul caso indaga ora la Procura di Frosinone: si sta cercando di capire se il killer di questi animali sia lo stesso, per fermare la barbarie.

Il caso dei cani Gemma e Isacco

Per il caso dei due cani ritrovati uccisi e gettati dal ponte era stata subito contattata la Lega Nazionale per la difesa del cane, accorsa sul posto insieme ai Carabinieri di Paliano, la Polizia Locale di Paliano e la ASL di Anagni. “Siamo immediatamente intervenuti recandoci sul posto, un luogo davvero isolato in aperta campagna” ha affermato Emanuela Bignami, referente randagismo LNDC Animal Protection per la regione Lazio, che ha commentato: “Sul posto ci sono ancora i ciuffi di pelo dei due animali, motivo per cui è probabile che siano stati trascinati sul ponte e, quindi, gettati da lì giù nel torrente”. Su Isacco, il pastore maremmano di un anno e mezzo, era stato trovato il collare con la medaglietta su cui erano incisi il nome e i numeri di telefono della proprietaria, che è stata poi immediatamente chiamata dalla LNDC. Un caso avvolto nel mistero: la ragazza, che li aveva cercati nella zona non immaginando che potessero trovarsi a diversi km di distanza, ha infatti affermato di non avere problemi con nessuno della zona e di non aver ricevuto minacce. Secondo la Bignami l’autore dei delitti “è una persona pericolosa e che molto probabilmente è della zona. Solo chi la conosce bene può arrivare nel luogo dove sono stati rinvenuti i cadaveri degli animali.”

Dopo la macabra scoperta, l’associazione ha lanciato un accorato appello pubblicato su Facebook per raccogliere informazione e riuscire a risalire all’identità dei colpevoli “Troviamo il loro assassino!” si legge sul post. “Lega Nazionale Per La Difesa Del Cane era presente sul posto con la referente Lazio Emanuela Bignami e ha sporto denuncia contro ignoti e offrirà assistenza legale alla famiglia dei due cani. Lanciamo un forte appello agli abitanti della zona: chiunque possa dare informazioni utili a identificare i colpevoli di questa infame e crudele uccisione di scrivere anche in forma anonima a presidenza@legadelcane.org o di chiamare il numero 335.6981807.” 

Le indagini

Dopo il ritrovamento del montone e la denuncia da parte della presidente della Lega per la difesa del cane, Piera Rosati, ai sensi dell’articolo 544 bis del codice penale (che prevede una reclusione da quattro mesi a due anni per l’uccisione di animali) la Procura di Frosinone ha aperto un fascicolo.

Come riporta il Corriere, i cadaveri dei due cani sono in attesa dell’autopsia e lo stesso esame è stato richiesto sempre dagli animalisti sul montone. Nel fiumiciattolo, accanto al montone, sono stati rinvenuti anche due guanti da lavoro rossi. Un dettaglio che si aggiunge al rebus dei tre poveri animali condannati alla morte con crudeltà.

Roberta Davi

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