Il Governo cerca di attrezzarsi per gestire l’enorme contributo che ci verrà dall’Europa sotto il nome, ormai noto, di “Recovery Fund”. L’importo è molto consistente, ben oltre il piano Marshall del dopoguerra (con la differenza che quelli erano contributi a fondo perduto, mentre questi bisognerà prima o poi restituirli: ma ci penseranno le generazioni future), tale da permettere potenzialmente di realizzare numerosi interventi che rimettano in carreggiata il paese dopo lo shock della pandemia dovuta al Covid 19. Ma l’Unione Europea ci chiede piani e progetti seri e dettagliati e una organizzazione efficace per l’attuazione delle diverse iniziative.

Come si sa, l’esecutivo ha avanzato la proposta di nominare una apposita “task force” perché contribuisca a dirigere la gestione del Recovery Fund. L’idea ha incontrato molti scetticismi sia tra le forze di opposizione, sia anche all’interno dello stesso Governo. La discussione e il confronto sulle modalità di gestione del Recovery Fund sono in corso in questi giorni. Gli italiani, secondo quanto emerge da una rilevazione del Radar Swg, appaiono divisi e in maggioranza scettici sulla soluzione suggerita inizialmente dal Presidente del Consiglio. Ma quel che è più significativo è che i nostri concittadini per lo più non danno credito al Governo. La stessa ricerca Swg mostra come solo il 27% del campione intervistato, vale a dire poco più di una persona su quattro, esprima “fiducia nella capacità dell’esecutivo a utilizzare al meglio le risorse provenienti dal Recovery Fund: appena il 3% ne manifesta “molta”, mentre il 24% si limita a indicarne “abbastanza”. Tra i restanti, la maggioranza, il 60%, dichiara di nutrire “poca” o addirittura “nessuna” fiducia, mentre il 13% non sa o non vuole rispondere.

Ma chi sono coloro che dicono di fidarsi del Governo? Sostanzialmente i votanti per il Movimento Cinque Stelle. Tra questi ultimi, il 72% dà affidamento all’esecutivo (il che mostra che anche tra costoro un terzo non lo fa). Mentre gli elettori del Pd, che pure, come si sa, rappresenta una componente fondamentale del Governo, si spaccano letteralmente in due fronti contrapposti di misura simile tra loro. Tanto che il 51% dei votanti per il partito di Zingaretti afferma di concedere credito all’esecutivo sulla gestione dei fondi che ci verranno assegnati dall’Ue, mentre la restante metà non è di questo parere.

L’anno che sta per iniziare costituirà un momento decisivo per la vita del nostro Paese. Se, come tutti speriamo, con l’arrivo del vaccino potremo uscire dalla drammatica emergenza sanitaria, ci troveremo – tutti gli economisti concordano su questo – in una situazione economica assai perigliosa. Il poderoso aiuto che ci è stato assegnato dall’Unione Europea ci può dare uno stimolo sostanziale per affrontare le difficoltà e anche per progettare un rilancio. Ma servirà il coinvolgimento di tutti i cittadini. Per ora questa prospettiva sembra lontana.