Mentre il Governo apporta le modifiche al Reddito di Cittadinanza e mostra i muscoli, l’Inps fornisce gli ultimi numeri relativi a chi quel reddito l’ha percepito. E sono numeri altissimi: toglierlo a tutti questi italiani e non prevedere delle strategie per creare posti di lavoro e per erogare comunque degli aiuti sarebbe un suicidio. Soprattutto al Sud dove sono migliaia le famiglie che vivono grazie al Reddito. Secondo l’Inps, nel mese di ottobre 2022, i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza (RdC) e Pensione di cittadinanza (PdC) sono stati 1,16 milioni in totale (1,04 milioni RdC e 122 mila PdC), con 2,47 milioni di persone coinvolte (2,33 milioni per il RdC e 138 mila per la PdC) e un importo medio mensile erogato a livello nazionale di 552 euro (583 euro per il RdC e 285 euro per la PdC).

L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti del nucleo familiare, e va da un minimo di 453 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 738 euro per le famiglie con cinque componenti. La platea dei percettori di Reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,18 milioni di cittadini italiani, 204 mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e 83 mila cittadini europei (residuale la quota di familiari delle precedenti categorie e titolari di proteternazionale). Per i nuclei con presenza di minori (364 mila, con 1,3 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 684 euro, e va da un minimo di 594 euro per i nuclei composti da due persone a un massimo di 743 euro per quelli composti da cinque persone. I nuclei con presenza di disabili sono oltre 201 mila, con 449 mila persone coinvolte. L’importo medio è di 493 euro, con un minimo di 389 euro per i nuclei composti da una sola persona e un massimo di 704 euro per quelli composti da cinque persone.

La distribuzione per aree geografiche vede 424 mila persone beneficiarie al Nord, 327 mila al Centro e 1,72 milioni nell’area Sud e Isole. Nel corso dei primi dieci mesi dell’anno, le revoche hanno riguardato 51mila nuclei e le decadenze sono state 243 mila. Parliamo di migliaia di famiglie che a partire da gennaio si troveranno in seria difficoltà. Più che una manovra, quella del governo Meloni rischia di essere uno schiaffo ai poveri. Sulla questione è intervenuto il segretario del Cgil Maurizio Landini che in un’intervista al quotidiano La Stampa, ha bocciato in toto la manovra, annunciando una mobilitazione. “È una manovra sbagliata. E se così rappresenta la destra, anche la destra è sbagliata. Nel giro di poche settimane e con creatività – ha commentato Landini – Non sono andati a prendere i soldi dove i soldi ci sono. Questa è una manovra che colpisce i più poveri e accresce la precarietà reintroducendo i voucher… premia gli evasori e con la Flat Tax aumenta l’iniquità del sistema fiscale”, Inoltre “non interviene sulla pandemia salariale e non aiuta chi ha bisogno di lavorare.

Non sostiene la sanità, la scuola e il trasporto locale. Non modifica la legge Fornero. Cambia il meccanismo di indicizzazione in essere per le pensioni, senza consultarci. È priva di una strategia di politica industriale ed energetica capace di affrontare la riconversione digitale e verde – aggiunge Landini“Proprio perché il momento è uno dei più difficili di sempre, abbiamo proposto al governo che con questa legge finanziaria si avviassero riforme vere, coinvolgendo il mondo del lavoro, ragionando su interventi fondati su qualità e sicurezza sul lavoro, su nuove politiche di sviluppo. Non sulla precarietà. C’è stato un incontro e un impegno a valutare le nostre proposte. Poi sono arrivati dei provvedimenti decisi senza sentire la nostra opinione” chiosa il segretario della Cgil.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.