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Dopo il taglio del reddito di cittadinanza aumentano gli stagionali: così cambia il lavoro estivo
Perso il sussidio grillino, il mercato si riaccende. Il Rdc è costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi: né in termini di riduzione della povertà né in termini di accompagnamento all’occupazione

Dai primi di agosto sono tornati i lavoratori stagionali in spiagge e ristoranti. Effetto taglio del reddito di cittadinanza. Camerieri, baristi, lavapiatti, bagnini, addetti alle pulizie: perso il sussidio tornano a lavorare. Il fenomeno si è subito verificato in Campania, Puglia e Sicilia, in settori come turismo e la ristorazione, a partire dalle località balneari, dove è maggiore la richiesta di lavoro in questo periodo estivo.
A darne notizia ieri Marina Valli, presidente di Federturusmo, sul Messaggero: “Si tratta per lo più di persone che non hanno qualifica specifica al lavoro e che possono tornare utili ad esempio per fare i lavapiatti in cucina o per pulire le zone comuni nelle strutture ricettive. Insomma, tutti quei profili che possono essere inseriti in corsa per le necessità stagionali”. Notizia confermata anche da Silvio Moretti, responsabile lavoro di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi): “Persone che prendevano il sussidio fino a luglio e che si presentano nelle nostre aziende ma anche ristoranti e bar che intensificano la loro attività e cercano in questo bacino il personale da impiegare”.
I profili
Secondo l’ultimo report di Unioncamere tra le professioni non qualificate le aziende cercano 32.701 figure, tra cui addetti allo spostamento e alla consegna delle merci (con una difficoltà di reperimento del 33,5% da parte delle imprese), personale per la custodia di edifici, attrezzature e beni (difficili da trovare nel 22,7% dei casi), operai per le costruzioni edili (il 42,6% non si trova), operai per la manifattura (difficili da reperire nel 42,9% dei casi).
In generale la notizia (nota da dicembre 2022) che ad agosto sarebbe cessato il reddito di cittadinanza per gli abili al lavoro, ha fatto crescere l’occupazione. A giugno il numero di occupati ha tocca il picco di 23 milioni e 590 mila unità, il picco più alto raggiunto dal 2004 (inizio delle serie storiche Istat). L’occupazione cresce (+0,3%, pari a +82mila unità) per uomini e donne, per tutte le classi d’età e per i dipendenti, calando solo tra gli autonomi. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,4% (-0,2 punti), quello giovanile al 21,3% (-0,4 punti). Il tasso di inattività scende al 33,5% (-0,1 punti). L’incremento del numero di occupati si osserva anche confrontando il secondo trimestre 2023 con il primo (+0,6%, pari a +147mila unità).
Il numero di occupati a giugno 2023 supera quello di giugno 2022 dell’1,7% (+385mila unità). Rispetto a giugno 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,7%, pari a -178mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -280mila).
Il costo della misura
Certo, rispetto agli altri Paesi il nostro resta 13 punti indietro rispetto all’occupazione della media europea. Segno che le politiche del lavoro attuate fin qui non hanno funzionato e che la strada è ancora lunga. Certamente non ha aiutato a far salire l’occupazione il reddito di cittadinanza. Che è costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi: né in termini di riduzione della povertà né in termini di accompagnamento al lavoro. Soldi “spesi male”, dice il ministro del lavoro Calderone, “visto che hanno prodotto solo sussidi senza alcun miglioramento della situazione occupazionale. Per dare assistenza ai fragili non c’era bisogno di erogare sussidi a pioggia anche a chi è in condizioni di lavorare”. Nel mese di giugno i nuclei beneficiari del reddito sono stati 896mila, mentre i nuclei beneficiari della pensione di cittadinanza sono 115mila, quindi per un totale di un milione di nuclei, di cui 473mila da una sola persona. Non a caso dei 159.000 nuclei interessati dalla sospensione ben 117.317 erano formati da una sola persona.
I furbetti del reddito
Le truffe scoperte ammontano a 506 milioni, e 35.737 sono stati i percettori irregolari intercettati.
Tra tutti i percettori, su 257.629 iscritti al programma Gol, 145mila sono stati presi in carico dai centri per l’impiego, e di questi 108.289 sono stati coinvolti in misure di politica attiva come corsi di formazioni, orientamento o avviamento al lavoro, una percentuale del 42%. Ma a giugno 2023 di tutti i percettori solo 20mila lavoravano: per 8.862 (il 6,1%) il rapporto era avviato prima della presa in carico e si trattava di un cosiddetto lavoro povero, mentre per 11.209 (il 7,7%) il lavoro è stato avviato dopo la presa in carico.
“Non si deve attendere che lo Stato ti dia un sussidio, ma bisogna rendersi parte attiva per cercare lavoro – ha detto il ministro Calderone – Vuole un esempio? In Campania, regione con il numero più alto di percettori di Reddito di Cittadinanza (ndr. circa 25 mila), sono stati censiti 108 mila posti di lavoro disponibili”.
La stagione turistica è a metà campagna, e i lavoratori che si cercano sono ancora tanti.
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