Al voto il 12 giugno
Referendum sulla giustizia, votiamo Sì perché abbiamo diritto ad avere più diritti
Sì ai referendum sulla giustizia. “Libertàeguale” lancia un appello per rendere la giustizia più giusta, e dare ai cittadini il diritto ad avere più diritti. Di seguito il testo dell’appello, che vede tra i primi firmatari Massimo Adinolfi, Marco Bentivogli, Monica Colombera, Giovanni Cominelli, Alberto De Bernardi, Luca Diotallevi, Elisa Filippi, Mario Lavia, Claudia Mancina, Enrico Morando, Alessandro Maran, Massimo Negarville, Magda Negri, Carmelo Palma, Claudio Petruccioli, Mario Raffaelli, Christian Rocca, Mario Rodriguez, Michele Salvati, Sergio Scalpelli Giorgio Tonini
In questi mesi il Parlamento sta facendo un lavoro positivo in materia di giustizia. Una partecipazione consapevole dei cittadini nel referendum, raggiungendo il quorum o avvicinandosi ad esso, può aiutare questo percorso. In particolare, la riforma in itinere interviene con un indirizzo giusto su tre aspetti che si sovrappongono ai quesiti referendari. Quello che riteniamo più importante come posizionamento politico-culturale è il quesito che porta alla drastica riduzione della possibilità di passare dal ruolo di giudice a quello di accusatore, da quattro ad uno solo. Il quesito referendario va oltre e propone di azzerare i passaggi e quindi non dovrebbe essere superato neanche dall’entrata in vigore della riforma.
SI TRATTA DEL QUESITO NUMERO 3 – SCHEDA GIALLA
Tutto ciò che contribuisce, in coerenza con la riforma costituzionale del 1999 sul giusto processo che parla di “giudice terzo”, a distinguere e separare rigorosamente giudizio e accusa è da accogliere positivamente. La confusione tra i ruoli è alla base di squilibri dentro l’ordine giudiziario e nel rapporto tra i poteri. Un sistema di impostazione democratico-liberale esige questo cambiamento. Non convincono minimamente le critiche che paventano come effetto collaterale una possibile dipendenza dell’accusatore dal potere esecutivo né la segnalazione statistica dei pochi casi effettivi in cui ci si sposta di ruolo.
Quello che conta e che influisce sulla struttura del sistema è la possibilità del passaggio di ruolo che fa perdere il senso delle distinzioni e che altera quindi l’equilibrio tra accusa e difesa. Molto significativo e positivo è anche il quesito che rompe un sistema autoreferenziale di valutazione dei magistrati: al di là delle differenze tecniche tra quello della riforma (che è solo una norma di delega, non immediatamente precettiva e che per questo non supera il referendum), far valutare i magistrati anche da altri è un passaggio importante di responsabilizzazione per quello che è un servizio pubblico di rendimento oggi largamente inadeguato.
SI TRATTA DEL QUESITO NUMERO 4 – SCHEDA GRIGIA
Positivo anche se minimale è il quesito sul sistema elettorale del Csm, l’unico che invece cadrebbe in caso di approvazione parlamentare della riforma perché tende a ridimensionare il peso delle correnti della magistratura.
SI TRATTA DEL QUESITO NUMERO 5 – SCHEDA VERDE
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