Regno Unito, Starmer fa già il premier ma il percorso è un campo minato: ogni errore rafforza Farage

Con un risultato che sembra ormai scontato, la campagna elettorale nel Regno Unito è da considerarsi come un’imminente incoronazione per il Labour piuttosto che una competizione ancora aperta. Il leader dell’opposizione, Sir Keir Starmer, viene già trattato e si comporta da prossimo primo ministro. Il destino dei Tories è incerto solo per quanto riguarda la portata dell’insuccesso: dovranno fare i conti con una semplice sconfitta o andranno incontro a una disfatta totale?
In questo momento non si può far altro che provare a rivolgere lo sguardo al futuro e alla situazione post-elettorale. Purtroppo per Starmer, la situazione economica del Regno Unito è talmente disastrata da non permettergli di vestire i panni da capitano di una nave in grado di tracciare la propria rotta in piena tranquillità. Invece dovrà essere un condottiero affidabile nel mezzo di una tempesta. L’economia stagnante e i salari reali al palo hanno provocato rabbia nell’elettorato. Anche dopo un decennio di austerità, le finanze pubbliche del paese sono in uno stato precario. Il carico fiscale della Gran Bretagna è al livello più alto degli ultimi 70 anni ed è in aumento, il debito cresce ed è al 90% del PIL, così come le pressioni sui servizi pubblici. Le liste di attesa per il NHS (Servizio Sanitario Nazionale) sono ai massimi storici, mentre le vecchie opere pubbliche del paese (del periodo Vittoriano) stanno crollando.

Senza progressi torna l’estrema destra

Il Labour sa qual è il rischio: se non si riescono a fare progressi significativi per migliorare immediatamente un contesto così terribile, allora l’estrema destra sarebbe pronta a tornare. Da grandi vittorie nascono grandi aspettative, che il Labour sarà chiamato a soddisfare. Anche perché i partiti tradizionali non possono permettersi il lusso di continuare a deludere un elettorato già di per sé rassegnato e insofferente. I candidati laburisti sono consapevoli della popolarità, del pericolo che rappresenta Reform UK di Nigel Farage e dei suoi potenziali alleati alla destra dei conservatori. “La coalizione populista di destra è chiara. Si può vedere perfettamente cosa stanno cercando di fare Farage e Suella Braverman”, viene fatto notare al Financial Times.

Il sondaggio

Un recente sondaggio stima il partito Reform in vantaggio sui Conservatori, motivo per cui c’è chi sostiene che Farage e le sue idee potrebbero attirare molti consensi dall’elettorato dei Tories. La luna di miele di Starmer potrebbe essere breve e sicuramente verrà attaccato fin da subito dai media di destra. Potrebbe prendere spunto da Tony Blair che – dopo la sua vittoria schiacciante nel 1997 contro i Conservatori di Sir John Major – per 100 giorni agì in maniera incisiva, rispettando numerosi impegni elettorali che avevano portato il suo partito laburista al potere. Così Blair ridusse le tensioni in Irlanda del Nord e iniziò il percorso verso l’Accordo del Venerdì Santo, uno dei più importanti sviluppi del processo di pace; bandì le armi da fuoco in risposta al massacro di Dunblane in Scozia; rese indipendente la Banca d’Inghilterra; avviò cambiamenti costituzionali di vasta portata, che alla fine portarono alla devoluzione dei poteri in Scozia e Galles e a successivi disaccordi sull’indipendenza.

Sostenuto da quella che potrebbe essere una maggioranza abbastanza larga alla Camera dei Comuni, Starmer deve essere altrettanto ambizioso. Altrimenti l’indecisione sarà punita da un Farage rafforzato a destra. Politici europei di centrosinistra deboli hanno pagato negativamente l’essere troppo cauti; ad esempio l’esitazione di Olaf Scholz ha rafforzato l’AfD. Starmer dovrebbe imparare da questo caso e ribaltare lo status quo. Qualsiasi cosa che non verrà portata a termine sarà destinata a cementare il ritorno dell’estrema destra.

Le critiche

Starmer è spesso accusato di essere troppo rigido nei suoi discorsi e di sembrare timido nei dibattiti. Non potrà comportarsi così anche nella sua azione politica. Dovrebbe ispirarsi al laburista Clement Attlee, il primo ministro del Dopoguerra più influente: proprio come Starmer, venne accusato di non avere personalità e di apparire noioso. Ma Attlee di fatto gettò le basi per la Gran Bretagna che conosciamo oggi, istituendo lo Stato Sociale e il Servizio Sanitario Nazionale. Per impedire che il Regno Unito segua l’Europa nella sua svolta verso destra, Starmer dovrebbe rileggere Virgilio. Audentes fortuna iuvat. La fortuna aiuta gli audaci.