Da una parte l’invito al dialogo del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Consiglio Superiore della Magistratura, dall’altro il solito muro dell’associazione nazionale dei magistrati. In mezzo gli interventi garantisti di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ed Enrico Costa di Azione, e quello un po’ meno di Elly Schlein, segretaria del Pd. Potrebbe riassumersi così il 36esimo congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati in programma a Palermo. Nessuna apertura nonostante gli appelli che arrivano da più parti.

Il primo viene lanciato da Nordio che invita la platea al dialogo: “Dobbiamo cercare un incontro sulle cose su cui potremmo essere d’accordo, ma questo non significa che non vi siano differenze, ma mai mi sognerei di entrare in conflitto con la magistratura”. I problemi “oggi sono incentrati sull’efficienza della Giustizia, sia penale sia civile, quindi il terreno di incontro deve essere questo”. Davanti ai magistrati presenti, il Guardasigilli definisce “dogma” e “non negoziabile” il principio dell’indipendenza dei magistrati, “giudicanti e requirenti”. Sulla separazione delle carriere e le funzioni e della composizione del Csm, Nordio aggiunge: “Siamo stati incaricati dal corpo elettorale di riformare la Giustizia e ci atterremo alla Convenzione di Bordeaux”.

Nordio apre ma Anm è un muro

Dialogo e confronto invocato anche dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli: “Occorre che dialoghino le istituzioni, che dialoghino magistratura e politica. E il tema della imparzialità e della interpretazione può essere una cartina di tornasole per misurare la capacità di dialogo tra politica e magistratura”. Ma è tutto vano perché per l’Anm la separazione delle carriere “è inconcepibile”. A parlare è Alessandra Maddalena, vicepresidente dell’associazione dei pm: “Nordio ancora una volta ci ha rassicurato sull’intenzione di mantenere ferma l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Ma ci ha confermato ancora una volta l’intenzione di andare avanti con la riforma sulla separazione delle carriere, che ancora una volta, lo ripetiamo, è incompatibile con il mantenimento dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Quindi noi continuiamo a ribadire la nostra contrarietà a una riforma che stravolga l’impianto costituzionale a danno dei cittadini”.

Tocca poi ai partiti. Schlein appoggio l’Anm e ribadisce che “quanto anticipato sulle riforme, a cominciare dalla separazione delle carriere, vede la nostra ferma contrarietà”. La segretaria dem parla di “crescente insofferenza da parte del governo verso l’equilibrio dei poteri, l’attuale assetto istituzionale e verso la stessa magistratura su cui riversa un atteggiamento muscolare e aggressivo. Occorre sentire la voce della magistratura, invece che alimentare un pericoloso scontro istituzionale che non fa bene al Paese”.

Renzi ricorda Davigo: “Dopo sua condanna siete stati in silenzio”

Renzi parte invece soft, criticando il governo e dicendosi “imbarazzato dal metodo con cui opera”. Governo che lancia “annunci invece di riforme e scambia Twitter per Gazzetta ufficiale e dopo due anni – rileva il leader di Italia viva – non ha portato a casa neppure una riforma. Di questo provvedimento non esiste neppure il testo”. Poi incalza i presenti e chiama in causa il condannato Davigo: “Di comunicati contro di me ne ho contati tanti. Ne ho contati meno invece contro chi ha attaccato i magistrati. Renzi l’avete criticato, ma quando l’ex presidente dell’Anm (il riferimento è a Davigo, ndr), presente in tutte le tv, dopo aver dato lezioni di giustizialismo, è stato condannato, non ho letto parole di solidarietà verso chi l’aveva condannato”.

Renzi: “Da indagato ho capito peso intrusione vita privata”

Poi ripercorre la sua esperienza giudiziaria, da indagato e imputato, e quella della sua famiglia: “Da Presidente del Consiglio non avevo capito fino in fondo, come ho capito da indagato e familiare di persone sottoposte a indagini, quanto sia pesante l’intrusione, del tutto legittima, nella vita privata delle persone”. Renzi ricorda poi come “i sistemi tecnologici entrano nella vita con una violenza che esaltano il ruolo del giudice. Con le intercettazioni si dà al giudice la possibilità di entrare nella tua vita. A me è successo, con il conto corrente, il telefonino, hanno arrestato i miei genitori, hanno sequestrato il mio materiale. Poi, dopo, si è scoperto che era illegittimo. Vi sembra normale? Chi ha questa responsabilità deve stare attento, deve essere prudente e saggio, è come. Saranno capaci di farlo?”. Infine sottolinea il rapporto “malato che certi magistrati, certi politici, hanno con alcune redazioni di giornali”.

Enrico Costa, deputato di Azione, ricorda l’ovvio ai magistrati presenti, ovvero che le proposte garantiste non rappresentano un assist per la criminalità perché rientrano nei principi costituzionali. “Sarebbe un bel segnale se l’Anm prendesse le distanze da quei magistrati che descrivono le proposte garantiste come assist alla criminalità. Il diritto di difesa, la presunzione di innocenza, il giusto processo sono principi costituzionali che vanno attuati. Ed è quello che facciamo ogni giorno con le nostre proposte”.

“Sulla separazione delle carriere non vi dovete preoccupare, non perché non tenga alla separazione delle carriere, ma perché non si farà mai. Il governo non la vuole fare, sono solo effetti speciali. Loro hanno scelto un’altra riforma costituzionale, è quella la priorità. Chiunque conosca i tempi parlamentari, sa che non si farà assolutamente nulla”.

Redazione

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