Dopo Carlo Calenda, che ha aperto alla collaborazione con le opposizioni ma solo su alcuni temi sociali, arriva anche Matteo Renzi che apre al Pd. I due leader dei partiti centristi si leccano le ferite dopo la batosta alle elezioni europee e ora studiano le prossime mosse. L’ex premier ha detto che in Francia avrebbe fatto le desistenze contro Marine Le Pen ma soprattutto ha parlato del futuro di Italia Viva e delle prospettive di un dialogo con il Partito Democratico.

Renzi e l’apertura al Pd

In un’intervista a La Stampa, a Renzi è stata chiesta la sua posizione in merito alla proposta di Elly Schlein di un fronte popolare in Italia contro tutte le destre, sulla falsariga di ciò che accade in Francia. “In Italia chiamarlo Fronte Popolare non mi pare il massimo. Peraltro non usi questa espressione con uno come me, uno che è degasperiano fino al midollo: i conti con il Fronte Popolare li abbiamo fatti nel 1948. Però, al di là delle battute, credo che Schlein stia seguendo un percorso intelligente dal suo punto di vista. Al vostro giornale ha detto: non metto veti, non accetto veti. E su questo fa fare al Pd un grande passo in avanti. Perché nel 2022 l’accordo fra Partito Democratico e Italia Viva non si fece per una precisa scelta di risentimento personale di Enrico Letta”.

Il futuro di Italia Viva

Italia Viva alle europee era in lista insieme a Più Europa e altre sigle, ma Stati Uniti d’Europa ha preso un misero 3,7%, e ora i sondaggi post elezioni danno Iv a meno del 2%. Inevitabilmente dentro il partito di Renzi si sono aperte riflessioni e discussioni sul futuro. L’ex presidente del Consiglio indica due possibili strade, senza sbilanciarsi troppo. Anzi, quasi tirandosene fuori: “Se non ci sono veti, Italia Viva deve decidere cosa fare da grande. Siamo a un bivio: facciamo una Margherita 2.0 alleata con il centrosinistra? Per dirla di nuovo con De Gasperi: un centro che guarda a sinistra, perché tutti sanno – Elly per prima – che senza questo centro la sinistra non vince. Oppure facciamo un tentativo di ricostruire il Terzo Polo? Questa è la scelta che Italia Viva dovrà fare adesso”.

Renzi e il nuovo Terzo Polo

Ieri Luigi Marattin ed Enrico Costa, due deputati rispettivamente di Iv e Azione, hanno lanciato un appello per la creazione di un nuovo partito unico liberaldemocratico. Renzi la tiene in considerazione: “È una delle due possibilità: o col centrosinistra o ancora da soli. Scelta tosta, ma una scelta da fare. Il Terzo Polo è stata un’ottima idea, distrutta inspiegabilmente da Calenda. Marattin, Costa e tanti altri vorrebbero farlo ripartire e io ho già detto che se deve rinascere il terzo polo serve un terzo nome rispetto a me o a Calenda. Dirigenti della Fondazione Einaudi hanno proposto le primarie perché la nascita di questa scommessa avvenga nei seggi elettorali e non su Twitter: una strada possibile”.

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