Giuseppe Conte sotto assedio. Il presidente del Consiglio sa di rischiare la poltrona sui dossier più scottanti, Recovery Fund e servizi segreti, e risponde convocando i tavoli di confronto con i partiti della maggioranza: si parte oggi alle 15:30 con la delegazione del Movimento 5 Stelle, alle 19 spazio al Partito Democratico e quindi domani sarà la volta di Leu e Italia Viva, con i renziani sul piede di guerra che da giorni evocano la crisi.

NUOVO AFFONDO DI RENZI – Proprio l’ex premier e leader di Italia Viva torna a farsi sentire con un video postato sui social in cui rilancia la discussione all’interno della maggioranza: “Stiamo discutendo di come affrontare l’emergenza coronavirus: non si può continuare a dire andrà tutto bene e non si possono colpevolizzare i cittadini, l’Italia è purtroppo il Paese con il più alto numero di morti. Di fronte a questo record negativo noi diciamo che bisogna mettere più soldi sulla sanità. Ecco di cosa stiamo discutendo: di come gestire il futuro non di piccole polemiche di parte”.

Quindi il nuovo attacco sull’uso dei fondi europei: “”I soldi che ci dà l’Europa mettiamoli sulla sanità: si chiama Mes, sono 36 miliardi di euro per i nostri ospedali, dottori, studenti. E io penso che questa cifra sia da prendere subito. Lega e 5 Stelle dicono di ‘no’ perché sono populisti anti-europei come al tempo del Conte I”.

FRANCESCHINI DIFENDE CONTE – Dall’altra parte gli ex compagni di partito, o almeno una parte di essi, difendono l’operato del premier. Ad esporsi in un colloquio col Corriere della Sera è il ministro della Cultura Dario Franceschini che sull’ipotesi di una crisi di governo innescata da Renzi avvisa: “Se si aprisse la crisi, tanto varrebbe andare a votare. Conte contro Salvini e ce la giochiamo”.

Durissime le parole contro Renzi: “A lui non frega niente del Conte 3 o del Draghi 1”, perché, se si aprisse la crisi, il leader di Italia Viva farebbe “ballare tutti”. Ma per i renziani non ci sarebbe più spazio andando alle urne con l’attuale sistema di voto. Franceschini immagina infatti una coalizione composta da Pd e M5S, più una lista di sinistra e una “lista Conte”. Fuori dai giochi dunque Italia Viva perché “ chi ha provocato la crisi poi non potrebbe pensare di stare con noi”.

LE PAROLE DI ROSATO – Ieri si erano registrate le parole di chiusura da parte di Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, che sembrava aver posto la parola fine all’esperienza di governo con Conte. “Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva”, ha spiegato ieri Rosato dagli schermi di Sky Tg24.

Rosato aveva sottolineato come “anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi del recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri. Questo ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è una esperienza finita”.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia