"Saranno mesi di cantieri"
Renzi, il caffè con Letta e la guerra ai populisti: “Ho fatto saltare il patto tra Salvini e Conte”

Ha visto Salvini fallire nel ruolo di Kingmaker per l’elezione del presidente della Repubblica, ha stoppato sul nascere i rumors relativi all’appoggio alla candidatura della Casellati in cambio della presidenza del Senato. E’ stato tra i primi a rispedire al mittente il nome di Elisabetta Belloni (“Non possiamo avere il capo dei servizi segreti al Quirinale”) e, ironia della sorte, è tornato a dialogare con il suo vecchio partito, il Pd.
Matteo Renzi esce sicuramente rafforzato dalla scellerata settimana offerta dalla politica italiana. Con Enrico Letta “sui temi di fondo siamo sempre dalla stessa parte. Enrico si è tranquillizzato quando ha capito che non avrei mai fatto asse sulla Casellati. In tanti pensavano che avrei votato Casellati pur di diventare presidente del Senato” ma “quando davanti a un caffè ho chiarito a Letta che non avrei mai accettato lo scambio di poltrone è cambiato il clima. E abbiamo lavorato meglio”.
In una intervista al Corriere della Sera, il leader di Italia Viva ricostruisce la caccia al candidato di “qualche presunto leader”. “Quando ho visto leader politici cercare candidati a caso, passando dal diplomatico al professore senza alcuna logica istituzionale mi sono preoccupato. E mi sono detto: meglio costringere Mattarella al bis che rimpiangere per sette anni le soluzioni strampalate last minute di qualche presunto leader”.
Duro, ancora una volta, l’attacco a Matteo Salvini, già stuzzicato più volte nel corso dell’ultima settimana: “Ha scambiato la ricerca del presidente della Repubblica con la ricerca del super ospite a Sanremo: cercava il nome a effetto”. Poi conferma il blitz (anticipato dal quotidiano Il Foglio) del segretario leghista a casa Cassese: “Quando un pomeriggio è sparito tre ore per andare a casa di Cassese, ho sperato che almeno gli tornasse utile la lezione di diritto che il professore avrà provato a dargli. Anche perché per me Cassese è in assoluto il migliore. E invece nulla, Salvini si è mosso senza logica”.
La coalizione giallo-verde-nera
“Salvini e Conte si sono spalleggiati, io ho cercato di far saltare il loro patto, non per antipatia personale, ma per una considerazione politica. I gialloverdi, infatti, hanno individuato due nomi su cui costruire una maggioranza assieme alla Meloni: il presidente del Consiglio di Stato Frattini prima e il direttore del Dis Belloni poi. Volevano un presidente espressione della coalizione giallo-verde-nera”.
Poi analizza: “Il centrodestra non c’è più, ha detto Meloni. E non è che i Cinquestelle siano messi meglio. Saranno mesi di cantieri all’interno dei vari schieramenti politici. Ma è prematuro immaginare che cosa accadrà. La conferma di Mattarella e di Draghi portano stabilità al Paese e questo paradossalmente consentirà l’evoluzione del quadro partitico”.
Secondo Renzi il premier “Draghi non è indebolito. Ma il suo governo oggi può fare di più e meglio: sbloccare le infrastrutture, semplificare le regole della dad a scuola, mettere a terra i progetti del Pnrr, combattere in Europa la battaglia sul debito. Tutte cose che il premier farà, ne sono certo. E noi saremo al suo fianco. La legislatura durerà fino al 2023: mai avuto dubbi a tal proposito, anche se Conte ha sognato di interromperla prima”.
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