L'intervista all'ex premier, leader di Italia Viva
Renzi: “Il governo Meloni non supera il 2024, Bonaccini vincerà a mani basse le primarie Pd”
Per Matteo Renzi il governo “non supera il 2024. Troppo disunito, troppe polemiche, troppe tensioni. Quanto a Meloni premier dipenderà molto da lei. Ha fatto una lunga marcia in dieci anni. Nelle ultime settimane mi pare abbia ingranato la retromarcia su tutto. Per lei il 2023 sarà l’anno della verità”. L’ex Presidente del Consiglio e leader di Italia Viva, alleato di Carlo Calenda di Azione per il Terzo Polo, ha rilasciato un’intervista a tutto campo a La Stampa.
Di ieri il sondaggio Ghisleri per il quotidiano torinese che sottolineava l’indice in calo di premier ed esecutivo. Sotto al 40%. Solo il 26% aveva promosso l’operato del governo tra inflazione, bollette e accise. Non una fine della luna di miele secondo Renzi che comunque boccia la legge di bilancio. “La crescente irritazione di Meloni con gli alleati e con la stampa dimostra un nervosismo inatteso dopo neanche cento giorni” e “ha detto tutto e il contrario di tutto. Per fortuna le hanno suggerito di fermarsi con post e video altrimenti avrebbe negato anche di chiamarsi Giorgia. Dare la colpa ai benzinai ‘speculatori’ dell’aumento delle accise votato dal governo è stato un autogol”.
Per Renzi “occorre avere un progetto Paese, non l’ansia da prestazione di intervenire su tutto senza una visione ma solo per prendere dei like sui social”. E sul tema spoil system: “È ovvio che l’Esecutivo deve scegliersi i manager pubblici. Non è un diritto di Meloni, è un suo dovere”. Sulla Vigilanza Rai, sulla quale punta il Terzo Polo, Renzi ipotizza un accordo “finalizzato a far fiorire l’asse populista tra Fratelli d’Italia e Conte” del Movimento 5 Stelle.
Non riesce a sottrarsi a un affondo a Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, definito l’“alleato più solido di Meloni”, “principale alleato” della premier che “senza la fallimentare strategia di Letta, Meloni non sarebbe mai arrivata a Chigi. Il congresso del Pd finalmente restituirà Enrico ai suoi studi parigini”. Prima dice di non voler dire nulla su Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd – in corsa anche Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – , e poi che Stefano “vincerà a mani basse”.
Il Terzo Polo invece punta all’obiettivo di andare in doppia cifra alle Europee. “Siamo convinti che questa famiglia di Renew Europe sarà decisiva alle Europee del 2024 e alle Politiche 2027”. Renzi esclude che le regionali in Lazio e Lombardia sposteranno qualcosa a livello nazionale.
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