La premier "bella addormentata"
Renzi: “La Meloni di ieri attaccherebbe la premier di oggi. Schlein vuole aumentare le tasse e usa salario minimo come slogan”
A suonare la sveglia a Giorgia Meloni e al suo governo sarà la prossima legge di bilancio e il buco “da 30 miliardi” e, nello specifico, “un foglio Excel della Ragioneria”. E’ quanto dichiara Matteo Renzi, leader di Italia Viva e direttore editoriale del Riformista in una intervista rilasciata a Repubblica. Nel confermare il nome della lista per le elezioni Europee (Il Centro), l’ex premier sottolinea che i 30 miliardi che mancano, in vista della prossima manovra di dicembre, sono dovuti “agli errori della Bce sul debito, dell’inflazione e dei costi della pubblica amministrazione”.
Pa che “quando ho lasciato io costava 300 miliardi di euro”, adesso “dopo i governi Conte e le nuove assunzioni siamo a 350 miliardi”. Ma è sull’Esecutivo attuale che il senatore di Iv si concentra: “In questi mesi Meloni ha fatto la bella addormentata nel bosco”. Prima “ha vinto le elezioni con la coerenza” ma oggi “governa con l’incoerenza” perché “ha detto basta accise e le ha aumentate. Ha detto blocco navale e gli sbarchi sono raddoppiati. Ha detto ‘cambierò l’Europa’ e l’Europa ha cambiato lei. La Giorgia dei video di un anno fa attaccherebbe tutti i giorni la Meloni di oggi”.
In vista delle Europee, per Renzi il gioco di alleanze e di equilibri nella destra è più contorto “della trama di Beautiful” perché “Tajani non vuole la destra tedesca di Afd che flirta con Salvini che sponsorizza Le Pen che dialoga con Meloni che ama Vox che perde in Spagna”. Il voto del prossimo giugno 2024 rappresenta un momento cruciale per l’Europa che “è in crisi: non tocca palla tra Usa e Cina, non gioca un ruolo in Ucraina, non è riconosciuta in Africa” ma “la maggioranza italiana non ha una linea credibile. E non ci fila nessuno”.
Focus poi su Forza Italia post Berlusconi. Secondo l’ex premier il partito azzurro riesce a sopravvivere “se trova un leader” ma “non ne vedo. Con Berlusconi era Forza Italia, con Tajani è forse Italia. Sulle banche Tajani dice: ‘Bisognava fare il decreto a mercati chiusi’. Doveva dirlo in Cdm, non alla Versiliana. Ha dimostrato debolezza e aperto sospetti su cui dovrebbe intervenire la Consob”.
Sul ‘rischio’ che i moderati di Forza Italia confluiscano in Fratelli d’Italia, Renzi è netto: “Meloni deve scegliere se essere sovranista o moderata. Se la conosco, resterà a destra. E questo apre uno spazio: molti desiderano un’alternativa a questa destra e a questa sinistra. Un centro vero”. Renzi che nega di avere contati con Marina e Luigi, figli di Berlusconi: “Il mio rapporto con Silvio Berlusconi è stato un rapporto umano. Ero tra i pochi nel centrosinistra a non odiarlo. Non ci siamo accordati sul Quirinale, non ha votato la fiducia al mio governo e appena ha potuto mi ha mandato via da Chigi. Ma ha sempre goduto del mio rispetto. E io del suo. I retroscena di oggi sono falsi: non ho mai discusso di politica con i figli di Berlusconi. Auguro naturalmente ogni successo a Mondadori, Mediaset e Mediolanum”.
Sul salario minimo, infine, ribadisce che si tratta di “uno slogan” delle opposizioni. “L’unico governo che ha aumentato i salari è stato il mio con gli 80 euro. Per fare le leggi servono le coperture, non i tweet. Il salario minimo si fa solo se si abbassano le tasse alle imprese. Altrimenti è fuffa. Nella proposta di Conte-Schlein-Cgil le tasse aumentano. Leggete l’articolo 7 della proposta: io mi confronto sui testi, non sugli slogan”. Poi ribadisce che l’obiettivo de “Il Centro” “è quello di risultare attrattivi per i delusi di “Forse Italia” e per chi nel Pd non può stare con Schlein. La leadership – definiamola così – di Elly è l’opposto del riformismo. La sinistra vince solo se guarda al centro: in America si è vinto con Clinton, Obama e Biden, non con Sanders e Ocasio-Cortez. Nel Regno Unito si è vinto con Blair e si vincerà con Starmer non con Corbyn. Finché il Pd sarà così a sinistra e la destra sarà così sovranista ci saranno spazi enormi per un nuovo centro”.
Chiusura dedicata al rapporto con Calenda: “L’ho fatto ministro e ambasciatore, gli ho dato le firme senza le quali non si sarebbe potuto candidare e la guida della lista. Purtroppo Carlo abbandona le cose a metà: l’ha fatto al Parlamento Ue, l’ha fatto al Comune di Roma e l’ha fatto con la federazione del Terzo polo. Mi spiace ma rispetto le sue scelte. Io però mi occupo di altro. In Europa abbiamo visione, relazioni, credibilità: su questo sono al lavoro, non su altro”.
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