Un euro in cultura, un euro in sicurezza. Inutile fare gli show a Caivano se non si fanno campi sportivi, oratori, centri per i doposcuola. La premier? Ha messo in piedi la Meloni travel“. Sono le parole di Matteo Renzi nel corso della giornata conclusiva della festa nazionale di Italia Viva, al Castello di Santa Severa, in provincia di Roma. “C’è un problema e lei fa un viaggio – prosegue il senatore – perché per lei il tema è come appare. Ma venir via dal G7 non si fa. C’erano le foto di tutti i leader, Biden, Macron, eccetera, e poi c’era l’ambasciatore italiano in Giappone. I sette leader e il nostro ambasciatore Gianluigi Benedetti che se la terrà stretta quella foto. Meloni è andata via perché la stampa la chiamava e doveva andare di corsa in Emilia Romagna. Così – prosegue – si è fatta la coda, si è messa gli stivali ed è andata a farsi la passeggiata nei luoghi dell’alluvione. Risultato immediato? L’empatia della premier. Ma dopo quattro mesi non è arrivato un euro ai cittadini allora la prossima volta cara Giorgia prenditi qualche ora in più per parlare con Zelensky in Giappone e dì alla ragioneria di tirare fuori i soldi”.

Poi “si arriva alla Meloni travel di Cutro, di Caivano, di Lampedusa di oggi. Io credo che se la paragoniamo a Conte che firmava i decreti Salvini, possiamo ben capire che Meloni ha meno difficoltà a superare il benchmark”. Governo che “non affronta la crisi economica. Ieri ho fatto i conti sulla frutta e verdura e mi hanno preso in giro. Fatto 100 euro la spesa nei primi mesi del 2021, il valore in due anni è aumentato del 16% e le quantità acquistate sono diminuite del 15%. Quindi se ne compra meno e costa tutto di più. La politica parla solo del salario minimo perché è battaglia populista del campo largo. Non si parla mai del ceto medio che non ce la fa più”.

Da qui l’invito al campo largo: “Noi abbiamo un problema enorme, mancano 65 mila sanitari e ha fatto bene Schillaci a chiedere 4,5 miliardi. Io ho un messaggio al campo largo – faccio fatica a chiamare sinistra una roba in cui c’è Conte – io dico: sulla sanità ci stiamo. Siamo pronti a lavorare insieme sulla sanità mettete per iscritto che servono i 37 miliardi del Mes sanitario, e così tagliamo le liste d’attesa. Caro Conte rispondi sì o no, e così a Schlein: dite sì o no. Caro Pd la fai una battaglia per avere i 37 miliardi per avere i soldi per la sanità?”.

Presentando il nuovo progetto politico Il Centro, Renzi ribadisce: “Noi siamo alternativi al governo Meloni e siamo alternativi a questa opposizione. Noi siamo il partito del lavoro” perché “se non fai le opere pubbliche davvero tutti i sussidi sono buttati via. In Sicilia i 5 stelle che servono sono gli alberghi, non i grillini. L’afflusso di qualità deve avere delle infrastrutture, non è possibili che ci metti quattro ore e mezzo da Palermo a Catania. Allora dico provocando che è meglio fare il ponte sullo stretto che continuare a dare il reddito di cittadinanza per combattere la povertà. Perché i 100mila posti di lavoro del Ponte sullo stretto creano più possibilità di lavoro”.

“‘Ah ma tu vuoi entrare in maggioranza’ mi dicono. Siamo gli unici – sottolinea -all’opposizione del governo di Giorgia Meloni, convinti che non stiano facendo nulla per questo Paese. Così come siamo convintamente all’opposizione della peggiore opposizione che potessimo immaginare in questo Paese con Conte e Schlein. Il Centro è l’alternativa al partito dei sussidi e dello slogan mentre noi siamo il partito del lavoro, noi non facciamo dispettucci ma facciamo proposte”.

Sull’emergenza migranti: “Il problema viene gestito dal governo con lo stile dell’asilo mariuccia. Salvini decide di chiamare Le Pen: ci vuole del talento a cercare gli unici che non vogliono fare accordi con noi. A quel punto Meloni che fa? Chiama Ursula von del Leyen a Lampedusa nello stesso orario in cui Le Pen parla a Pontida. L’obiettivo non è risolvere il problema ma aprire la campagna elettorale per le europee con quantità industriali di populismo”.

Passaggio anche sul futuro di Forza Italia: “Da quando non c’è più Berlusconi, Forza Italia è un partito che tentenna ogni giorno sulla giustizia, guardate cosa sta succedendo sulle intercettazioni, un passo avanti e uno indietro… Sono sicuro che l’amico Tajani non se la prenderà per la battuta, ma più che Forza Italia, adesso, sembra ‘Forse Italia’…”.

“Il Centro per me è una grande scommessa e mi ci gioco. Sette milioni di persone hanno votato al referendum: andiamo a prenderli”, ha aggiunto Renzi. Su Calenda: “Quando Carlo Calenda non aveva le firme per candidarsi un anno fa gliele abbiamo date noi. E gli abbiamo dato la leadership e il nome su tutte le liste. Chi vuol mettere sullo stesso piano chi per il terzo polo si è sbattuto e ha dato una mano e chi l’ha distrutto”. Da qui la stoccata finale: “Accetto tutti i richiami alla democrazia interna”, ma avere ”lezioni di democrazia da chi ha avuto tutto e alla prima curva se ne va, amici miei, chiari, auguri e tanta felicità… Noi siamo un’altra cosa…”.

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