Bisogna ammettere che le newsletter hanno un certo potere. Ne basta una al giorno, o giù di lì, per veicolare il proprio messaggio e le proprie idee, per attaccare, per difendersi. Senza bisogno di interviste sui quotidiani o sui media, che pure non mancano. E Matteo Renzi dalla sua enews ne è un esempio. Il leader di Italia Viva anche oggi ha spiegato i propri pensieri in merito al futuro del partito, che ormai lui vede incastonato a sinistra in un’alleanza non solo con il Pd di Elly Schlein ma anche con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e Avs di Bonelli e Fratoianni. Non mancando di rivolgere una frecciata specifica sia al suo deputato Luigi Marattin sia a Carlo Calenda.

Renzi manda una frecciata a Marattin: “Chi vuole congresso lo chieda in Assemblea”

Nei confronti di Marattin, che in questi giorni ha chiesto chiarimenti sull’iter procedurale all’interno di Italia Viva, per confermare la scelta di Renzi di entrare nel centrosinistra in maniera organica, l’ex premier è chiaro: “Sui temi formali e regolamentari non spendo una parola di più. Perché le regole non si cambiano a piacere. Chi vuole un congresso può chiederlo nell’Assemblea già convocata. Ma avendo ormai una certa esperienza voglio essere molto chiaro e sorridente: la discussione non è sulle regole. E nemmeno, tanto per cambiare, su di me, sul mio carattere, sulla mia leadership. Sono anni che quando c’è un passaggio delicato si parla di me, del mio carattere, del modo con il quale propongo le mie idee”.

Quelli che parlano delle regole o del mio carattere fingono di non vedere che la questione è tutta, esclusivamente, politica. Tra di noi ci sono due linee. Quelli che condividono la mia intervista e vogliono rappresentare l’ala moderata e riformista del centrosinistra. E quelli che non la condividono perché pensano sia ancora possibile ricostruire con Calenda il Terzo polo e mantenerlo autonomo dai due poli. Tutto qui: la questione è politica, altro che polemicuccia sulle regole interne. E quando c’è la politica, io non mi tiro mai indietro” ha aggiunto Renzi. “Ho fatto una proposta difficile ma giusta per il mio Paese. Nelle scelte fondamentali (Papeete, Draghi, Mattarella) io ho sempre messo avanti il mio Paese al mio interesse. E così farò anche stavolta lavorando per un’alternativa a questo governo che brilla per incapacità”, ha proseguito il leader di Iv.

Renzi contro i puristi del ‘terzopolismo’: io starò con il centrosinistra

Sempre nella sua enews, Renzi difende a spada tratta la sua virata a sinistra, dopo anni in cui ha parlato di praterie al centro e di spazi importanti se si rimaneva autonomi. “Sui temi politici sono sempre felice di ascoltare e confrontarmi. Ma quando c’è da scegliere, per me si sceglie. Non pretendo di avere l’unanimità. Non l’ho avuta quando mi sono alleato con i grillini per bloccare Salvini, non l’ho avuta quando ho proposto Draghi, non l’ho avuta sull’elezione di Mattarella. Un leader ha il compito di vedere prima le cose che accadranno: io dico che è il momento di scegliere e io starò con il centrosinistra. E aggiungo dicendolo adesso, luglio 2024, che quelli che oggi fanno i puristi del terzopolismo tra qualche mese busseranno alla porta del centrosinistra o del centrodestra. Perché piaccia o non piaccia alle prossime politiche o di qua o di là”, scrive l’ex premier.

Renzi e il fallimento del Terzo Polo

Scontato come sempre ormai il passaggio sul fallimento del Terzo Polo, per cui Matteo Renzi e i suoi fedelissimi in Italia Viva scaricano la colpa esclusivamente su Azione di Carlo Calenda: “Oggi la mia tesi è molto semplice: il fallimento del Terzo polo ha spalancato le porte al bipolarismo. Tutto nasce dal fallimento del Terzo polo. Ecco perché non posso accettare le tesi assolutorie di chi dice che la rottura del Terzo polo ci vede tutti responsabili. Manco per idea, amici cari. È l’ora di finirla con questo populismo qualunquista. Ci sono singole responsabilità politiche e personali grosse come una casa. E chi continua a dire che le colpe sono uguali mente sapendo di mentire. Ma parliamoci chiaro: se il Terzo polo non ha trovato il suo spazio alle Europee, figuriamoci cosa accadrà alle politiche. Penso di poterlo dire in modo libero visto che io ho preso oltre duecentomila preferenze personali in quattro circoscrizioni: le Europee hanno fatto vedere chi prende i voti e chi vive di veti”. Lasciando perdere le arringhe politiche, in Italia Viva c’è aria di scontro.

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