Il Governo Conte resiste agli attacchi di Renzi e si appresta al terzo mandato in pochi anni. Dopo aver incamerato la fiducia alla Camera, il Senato ha ospitato il match decisivo tra maggioranza e opposizione fino all’ultimo voto. Il risultato ha fornito una vittoria risicata per Conte, grazie anche alle astensioni di Italia Viva che altrimenti l’avrebbero mandato sotto con relativa consegna al colle del proprio mandato da parte dell’avvocato del popolo.

In contemporanea, dalle nove di mattina del giorno del voto sulla fiducia al Governo, la piattaforma social di Twitter si è scatenata producendo un volume impressionante di commenti ed interazioni sul tema che, secondo una ricerca effettuata dal data journalist Livio Varriale, ha generato un volume consistente di 90.827 tweets, 1.072.343 di like, 173.328 condivisioni, 16.473 citazioni e 113.589 commenti dalle sole parole analizzate Senato, Conte, Salvini, Renzi e crisidigoverno.

HASHTAGS

Gli argomenti più utilizzati sono senato, crisidigoverno, Conte, Renzi e Salvini. Ai protagonisti della ricerca segue anche la parola Fiducia e Ciampolillo, entrato alla storia per aver innescato la VAR sul suo voto che ha protratto di molto l’esito dello scrutinio. Italia Viva è il primo partito citato, segue il movimento cinque stelle. #Avanticonconte invece incassa più citazioni del suo opposto #contedimettiti.

PIU’ MENZIONATI

Renzi e ItaliaViva sono i profili, di personaggio e partito politico, più citati dalla massa. Segue Conte con il duo Salvini Borghi a fare da fanalino di coda. Seppur impegnata il giorno prima, Giorgia Meloni risulta tra le persone più citate. Bellanova, Calenda e Orlando in lista, così come l’unico giornalista presente è Jacopo Iacoboni.

LA LOTTERIA DEI TWEETS

Ad aggiudicarsi il maggior consenso,16.000 likes, con un unico tweet è stato proprio il premier Giuseppe Conte che ha annunciato così la fiducia a suo favore: Il Governo ottiene la fiducia anche al Senato. Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori, confermando quanto sostenuto dalla ricerca precedente che gli italiani erano favorevoli ad un Conte ter.

Più populista invece Alessandro Gassman, al secondo posto, con il suo flaming all’intero arco costituzionale che recita …ma perché continuate a chiamarli onorevoli?… non lo sono. Uno spettacolo indecoroso . #Senato ululati, urla,errori grammaticali, nessun contenuto, tutti contro tutti… e gli italiani? Che vergogna , che gentucola. Un bisticcio volgare che distrugge e non costruisce… #BASTA

Dopo il Ban temporaneo da Facebook, Osho annuncia il suo ritorno ed incassa la solidarietà dei suoi fan. Sandro Ruotolo, Cathy la Torre escono dal dibattito politico e omaggiano la Segre per essere andata a votare all’età di 90 anni. Fabio, Pietro Raffa e Spinoza molti altri nelle prime fila dei tweets più graditi sono invece concentrati su Salvini, sul discorso tenuto al senato. Chi ha generato la crisi, Renzi, ha ottenuto solo due colpi. Quello più gradito è di mari che sostiene Renzi ha causato una crisi di governo e poi al momento del voto si è astenuto NON SEI UN CLOWN SEI IL CIRCO INTERO, mentre Vittorio Feltri interviene sull’astensione del voto anticipando tutti sull’esito Renzi si astiene. Non si oppone. Ha fatto un casino infernale per nulla. Che rottura di palle.

CONCLUSIONI

Se si dovesse fare una sintesi della giornata secondo la ricerca di Varriale, Conte ha ottenuto non solo la fiducia del Senato, ma ha anche tranquillizzato con questo risultato tutti coloro che non vogliono l’asse Salvini-Meloni al Governo. Non è un caso che Renzi, protagonista della crisi e bersaglio nei giorni seguenti alla sua proclamazione, sia stato dimenticato da un pubblico concentrato nel colpire Salvini. Si conferma invece il brand Segre sul social seppur la senatrice a vita non vi sia iscritta. Mentre la sinistra la onora per la scelta di votare la fiducia al Governo, molti nei piani bassi si interrogano sul perché non si sia astenuta come Napolitano o Piano e soprattutto se ha accettato di buongrado l’essere stata decisiva per un Governo dove la sindacalista di destra fascista, Renata Polverini, è oramai parte organica.

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Classe '87 appassionato di politica, calcio e cinema. Da 10 anni racconta la città di Napoli su blog e dal 2020 sul Riformista.