Report sul caso Cospito: “Le bombe non potevano uccidere”

La trasmissione Report torna questa sera con l’inchiesta firmata da Giorgio Mottola su Alfredo Cospito, detenuto da 11 mesi al 41bis, ricostruendo le varie fasi della battaglia dell’anarchico in sciopero della fame da oltre 160 giorni e della quale i boss del crimine organizzato sperano di potersi avvantaggiare. “Mostreremo una serie di video inediti – anticipa Ranucci – a partire da quello dell’attentato alla Caserma di Fossano che ha determinato la condanna all’ergastolo di Alfredo Cospito”.

È proprio il video inedito che dimostra che le bombe piazzate da Cospito davanti alla scuola allievi dei Carabinieri di Fossano, che gli sono valse il 41bis, non potevano uccidere. Per l’agguato all’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, Cospito venne condannato a 10 anni, ma viene accusato anche del secondo attentato di Fossano, in provincia di Cuneo, dove vennero piazzate due cariche da 500 grammi ciascuna di polvere pirica, in due bidoni dell’immondizia.

Il filmato esclusivo girato all’indomani dell’attentato mostra proprio il bidone dopo l’esplosione con i due cassonetti, alla destra e alla sinistra di quello al cui interno c’era la bomba, che rimangono intatti. Secondo il tribunale di Torino, l’attentato rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale poteva non solo uccidere ma provocare una strage.

L’avvocato dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini, dichiara ai microfoni di Report che sia la quantità sia la tipologia di esplosivo non era stata pensata per uccidere: “Iniziamo a dire che sono 500 grammi di polvere pirica, stiamo parlando di fuochi d’artificio di capodanno per intenderci, non stiamo parlando di tritolo o di esplosivo ad alto potenziale”. Quando Mottola gli fa presente che all’interno c’erano anche biglie e sfere di metallo, Albertini risponde: “Esattamente come in altri analoghi episodi dove è stato dimostrato l’assoluta assenza di volontà degli autori di ledere o colpire qualcuno. In realtà sono meramente intimidatori”.

Una teoria dimostrata dal fatto che gli ordigni non sono esplosi alle 3 di notte per un errore: “C’era un temporizzatore– afferma Albertini -, per cui la volontà degli attentatori era che scoppiassero a quell’orario. Quando non c’era nessuno”.

Per le bombe a Fossano, Cospito si è sempre professato innocente ma la Cassazione lo ha riconosciuto colpevole di attentato alla sicurezza dello Stato, reato punito con l’ergastolo. Pena introdotta in Italia durante il fascismo (quando prevedeva la pena di morte) e mai applicata nelle tre grandi stragi avvenute nel nostro Paese: piazza Fontana, stazione di Bologna e Capaci.

“Per la strage di Bologna – conclude Albertini – i giudici hanno ritenuto che anche un fatto così grave con 85 morti non fosse in grado di mettere in pericolo la sicurezza dello Stato”. Mentre nel caso di Cospito, anche senza morti, secondo i giudici “lo Stato è stato messo in pericolo per la rivendicazione del gesto”.