La decisione del presidente Fugatti
Revocata ordinanza di cattura degli orsi, la battaglia continua: “Abbiamo vinto”

E’ di poco fa la notizia che il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha revocato l’ordinanza del 27 agosto scorso che disponeva la cattura e la detenzione di qualsiasi orso che si fosse avvicinato ai centri abitati dei Comuni di Andalo e Dimaro Folgarida. L’orsa Gaia JJ4 e l’orso Papillon M49 hanno fatto da monito ad una vicenda che ha visti coinvolti non solo le associazioni, ma anche tutti gli animalisti e il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa. Più volte, infatti, si sono opposti alla cattura degli orsi facendo capo al ricorso e chiedendo diritti per gli orsi del Trentino, sempre più in balia dell’uomo e privati completamente della loro natura libera.
La battaglia ha così un epilogo felice, anche se la difesa degli orsi continua. La decisione del presidente Fugatti arriva poche ore prima della scadenza dei termini per la presentazione al Tar di qualunque atto e mentre c’è ancora un giudizio in corso per l’annullamento dell’ordinanza di cattura dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, e per la tutela dei tre orsi detenuti al Casteller. Decisiva è stata anche l’ispezione dei carabinieri al recinto di Casteller, dove sono rinchiusi gli orsi M49, M57 e l’orsa DJ3, insieme al rapporto che certifica le condizioni non idonee al loro benessere. Il rapporto stilato dai militari è stato preciso: “Sia M49 che M57 saranno costretti per circa quattro mesi ad una detenzione in spazi per nulla ampi e privi di stimoli ambientali. I tre individui ospitati nella struttura sono stati sottoposti a sedazione al fine di mitigare gli effetti stressogeni del disturbo causato dai lavori di realizzazione delle predette opere. Non è stato pertanto possibile valutarne compiutamente lo stato di salute ed i moduli comportamentali.”
Sebbene la deliberazione di Fugatti sia stata quasi obbligata dato che se si fossero catturati altri orsi non ci sarebbe poi stato un posto in cui rinchiuderli, le associazioni animaliste come Oipa ed Enpa hanno accolto con grande entusiasmo la notizia commentando sui social e sui loro siti ufficiali. “Una risoluzione tattica, certamente, per far decadere la nostra azione legale, ma che è, con tutta evidenza, la nostra vittoria. Benissimo! Era quello che volevamo un’ordinanza che non stava in piedi, né nei presupposti di necessità e urgenza, né nella crociata per la galera a vita di orsi sconosciuti, non identificati che osino affacciarsi di notte, per non farsi mai più vivi, accanto a un cassonetto ad Andalo, Folgarida e centri limitrofi”, spiega Enpa.
Revocata l’ordinanza di cattura degli #orsi del 27 agosto. Enpa: Abbiamo vinto! https://t.co/vEcD94KVot pic.twitter.com/n15puYo2Jq
— Enpa Onlus (@enpaonlus) October 6, 2020
“Questa decisione ci rallegra e ne riconosciamo il buon senso”, commenta il presidente dell’Oipa, Organizzazione internazionale protezione animali, Massimo Comparotto. “Le nostre battaglie legali proseguono. Siamo ancora in giudizio per l’annullamento dell’ordinanza di cattura dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, e per la massima tutela dei tre orsi detenuti al Casteller e attualmente chiusi nelle cosiddette “tane”, in realtà celle di pochi metri quadri”. Il testo dell’ordinanza di revoca, spiega l’associazione, prova che con un buon monitoraggio e con qualche semplice espediente come l’installazione di bidoni anti-orso, e forse con qualche precauzione in più da parte di cittadini e turisti, si azzerano i rischi di “scontrarsi” con un orso.
#Orsi, #Trentino. Revocata l’ordinanza che voleva la cattura di #orsi vicini a centri abitati. La battaglia dell’#OIPA continua 👉https://t.co/HlMEFjdDdG pic.twitter.com/tCHQ3SLTQF
— OIPA (@OIPAonlus) October 6, 2020
Tuttavia, il presidente della Provincia non nasconde di voler limitare il numero di orsi nel territorio del Trentino. Attualmente si contano tra gli 80 e i 90 orsi, una popolazione ritenuta dai più troppo numerosa. Di contro, per ambientalisti e studiosi il territorio potrebbe sostenere anche numeri maggiori, ma le decisioni politiche vanno in direzione contraria e hanno proposto come unica soluzione al problema la cattura, con conseguenze disastrose per gli animali. La stessa Oipa aveva presentato alla Procura di Trento un’istanza di sequestro preventivo della struttura in cui sono rinchiusi l’orso Papillon M49, l’orso M57, il quale è passato alle cronache per aver ferito un giovane carabiniere ad Andalo nell’agosto scorso, e l’orsa DJ3. Questa decisione rappresenta così solo un primo passo per una battaglia che non smette di andare avanti.
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