“Eravamo nel pieno dell’epidemia, i pronto soccorso pieni e i pazienti attaccati ai respiratori in pericolo di morte. Le loro condizioni sembravano non migliorare. Ero disperato. Ma negli ultimi giorni, le persone hanno iniziato a recuperare, in parte grazie ai nuovi farmaci“.

A parlare è Carmi Sheffer, medico israeliano dell’ospedale universitario di Padova. In un’intervista al Times of Israel, il ricercatore racconta come l’Italia abbia affrontato l’epidemia di Coronavirus e come la cura testata per la prima volta a Napoli dal dottor Paolo Antonio Ascierto, con l’utilizzo del farmaco anti reumatoide, il tocilizumab, abbia iniziato a dare i suoi frutti. 

“Penso che il peggio sia dietro di noi. Controlleremo il virus e appiattiremo la curva entro poche settimane, ma la chiusura del Paese continuerà fino a giugno”, ha ipotizzato Sheffer.

Secondo il ricercatore, gli alti tassi di mortalità in Italia sono in qualche modo collegati alla lunga aspettativa di vita nel nostro Paese, all’elevata percentuale di anziani, ma anche alla diffusione del virus all’interno degli ospedali geriatrici. “Nel momento in cui il virus arriva in un luogo in cui è concentrata una popolazione anziana, si diffonde come un incendio“, ha detto il medico.

Non appena l’emergenza sarà terminata a Padova e in Italia, il dottor Sheffer vorrebbe rientrare in Israele per mettere in pratica lì quanto ha imparato durante le ultime difficili settimane qui. “Mi sento come se stessi imparando di più sulle malattie respiratorie ora che durante tutti i 16 anni da quando ho iniziato a studiare medicina”, ha concluso.

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