Si va verso la raccomandazione solo agli over 60 del vaccino anti-covid AstraZeneca. Questa la decisione del Comitato Tecnico Scientifico attesa per oggi. La decisione, anticipata nei giorni scorsi, all’indomani della morte della 18enne Camilla Canepa, di Sestri Levante, ricoverata all’ospedale San Martino di Genova, che aveva ricevuto la prima dose del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford e ribattezzato Vaxzevria. Canepa aveva partecipato il 25 maggio scorso a un Open Day vaccinale aperto alle fasce più giovani ricevendo una dose del vaccino AstraZeneca. Il 3 giugno aveva iniziato a manifestare sintomi come mal di testa e fotofobia. È stata quindi ricoverata il 5 giugno in gravi condizioni per una trombosi. Nonostante l’intervento chirurgico e l’osservazione la ragazza non ce l’ha fatta.

Nuova bufera dunque sul preparato AstraZeneca dopo quella che negli scorsi mesi aveva visto alternarsi sospensioni, ripartenze, raccomandazioni dopo alcuni casi sospetti di trombosi, anche fatali, in tutta Europa. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) inizialmente lo approvò, a fine gennaio, raccomandando la somministrazione preferibilmente a persone tra i 18 e i 55 anni. Il ministero ha quindi poi esteso l’uso fino ai 65 anni e infine oltre i 65 anni e infine raccomandato l’uso dei vaccini a vettore virale in persone sopra i 60 anni. Raccomandazione che non è stata quasi mai perseguita, visti i numerosi Astraday e Openday aperti anche a fasce d’età ben sotto quel limite.

I numeri delle reazioni avverse in Italia

I numeri delle reazioni avverse in Italia al siero: 45 trombosi rare su quasi nove milioni di dosi per la Farmacovigilanza; 328 decessi dopo i vaccini anti-covid: 53 dopo Vaxzevria, 4 dopo Johnson & Johnson, 58 dopo Moderna, 213 dopo Pfizer BioNTech secondo il quinto Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini covid – finora in Italia sono state condotte oltre 40 milioni e 500mila dosi. Nessun evento tromboembotico dopo i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna). I numeri europei riportano invece un caso di trombosi venose cerebrali o in sede atipica ogni 100mila dosi. A essere colpiti soprattutto under 60.

Il via libera

Se la raccomandazione in queste ore è data per certa, il nodo da sciogliere è quello della seconda dose, che con il preparato di Oxford va somministrata dopo 12 settimane. Almeno tre le linee, o ipotesi, sulle quali si discute in questo momento. Quella più battuta conferma la seconda dose del vaccino Astrazeneca a chi ha già fatto la prima, anche ai giovani. “In questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino. Ciò perché le prove sperimentali che hanno portato all’approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi per lo stesso vaccino e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione“, ha affermato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Sulla stessa linea il virologo Fabrizio Pregliasco e l’infettivologo Massimo Andreoni, secondo i quali gli eventi avversi rari si sono verificati essenzialmente dopo la prima dose ed il rischio è bassissimo.

Una conferma arriva dal V Rapporto Aifa di Farmacovigilanza sui Vaccini Covid: i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Astrazeneca sono in linea con quanto osservato a livello europeo, ovvero 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose. Quindi al momento questa è la risposta più accreditata: chi non ha avuto eventi gravi avversi dopo la prima dose può procedere al richiamo.

L’ipotesi Pfizer-BioNTech

Nessun mix di vaccini tra prima e seconda dose è autorizzato dalle Agenzie regolatorie. Gruppi di ricerca stanno indagando le combinazioni, come potrebbe essere quella tra Astrazeneca e Comirnaty, il preparato sviluppato da Pfizer e BioNTech. Secondo alcuni studi recenti riportati da Il Corriere della Sera il mix di vaccini potrebbe aumentare la risposta immunitaria e stimolare la produzione di anticorpi specifici contro il coronavirus, e questo nonostante si tratti di un vaccino a vettore virale e di uno a mRna.

Nessuna seconda dose

C’è anche chi invoca una terza via, la soluzione più estrema forse, ovvero nessuna seconda dose con Astrazeneca. “Per favore non fate la seconda dose di AstraZeneca – ha detto Antonella Viola, immunologa e docente di patologia generale a Padova, a Otto e MezzoPerché se è vero che non ci sono dati su trombosi nella seconda somministrazione, è anche vero che ci sono pochissimi dati visto che in pochi hanno ricevuto due volte il siero”, ha osservato. “Per me oggi è una giornata difficile. Io sono mesi che dico che il vaccino AstraZeneca non va somministrato alle donne giovani e oggi, con la morte della 18enne di Genova, per me è un fallimento personale. Bisogna avere il coraggio di dire che serve fare un altro vaccino e non AstraZeneca se si ha meno di 60 anni. Anche gli open day vanno aboliti”. In un’intervista a Il Corriere della Sera alcuni giorni fa l’immunologa aveva dichiarato: “Per non aver dubbi basta leggere un lavoro uscito sulla rivista Science dove si spiega come man mano che si scende con l’età i rischi di ricevere questi vaccini superano ampiamente i benefici. Nei più giovani il pericolo di avere conseguenze gravi a causa del Covid è invece molto basso. Ecco perché la Francia ha stabilito di limitare i due vaccini a vettore virale agli over 55”.

Il vaccino – ampiamente utilizzato nel Regno Unito, con oltre 34 milioni di persone vaccinate, a partire da una strategia che ha dato priorità alle prime dosi, ritardando i richiami – è stato sconsigliato alle persone sotto i 40 anni dal National Health Service. Chi ha effettuato la prima dose senza soffrire effetti collaterali rilevanti può comunque procedere con il richiamo indipendentemente dall’età. Si attendono quindi indicazioni più precise delle autorità italiane nelle prossime ore.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.