Il mondo è alle prese con una crisi legata all’inquinamento da plastiche: a livello globale, negli ultimi vent’anni la produzione annuale è raddoppiata, passando dai 234 milioni di tonnellate del 2000 ai 460 milioni di tonnellate del 2019. Un ulteriore dato preoccupante si riferisce al fatto che solo il 9% di tutte le plastiche prodotte fino ad oggi siano state avviate a riciclo, mentre solo il 2% è stato impegnato in attività di riciclo closed loop, ovvero da bottiglia a bottiglia.
L’obiettivo del riciclo
L’Unione europea ha adottato numerose misure ambiziose, tra cui la Direttiva sulle plastiche monouso, già recepita nell’ordinamento nazionale, la quale prevede, tra le altre cose, obiettivi sfidanti per la raccolta differenziata ed il contenuto di materiale riciclato delle bottiglie per bevande in plastica. Entro il 2029, gli Stati membri dovranno raggiungere il 90% di raccolta differenziata per le bottiglie in PET per bevande, mentre entro il 2030 il contenuto di materiale riciclato in tutti gli imballaggi per bevande in plastica dovrà essere come minimo il 30%. Obiettivi che sono stati confermati e rafforzati dal recente Regolamento Europeo sugli Imballaggi ed i Rifiuti da Imballaggio, che ha esteso queste previsioni anche alle lattine.
I benefici
Tali traguardi sono stati raggiunti, nel mondo, unicamente attraverso l’istituzione di sistemi di deposito cauzionale (deposit return system – DRS) per il riciclo degli imballaggi per bevande. Tali programmi massimizzano la raccolta selettiva dei contenitori, incentivando la partecipazione dei consumatori. Questa avviene attraverso il versamento di una piccola cauzione, in aggiunta al prezzo di vendita del prodotto, che viene poi rimborsata al momento della restituzione dell’imballaggio vuoto. 16 Paesi UE hanno già introdotto tali sistemi con benefici ambientali ed economici. Un gesto antico, come nel caso della vecchia bottiglia riutilizzabile del latte, quello di riportare l’imballaggio usato presso la distribuzione, applicato a modelli di consumo moderni e reso efficace grazie all’innovazione tecnologica con attrezzature che consentono la restituzione automatizzata, in qualunque punto vendita.
L’obiettivo italiano
L’Italia è diventato un paese che eccelle nelle filiere del riciclo. Tuttavia, nel settore delle plastiche si riscontrano le criticità che affliggono il riciclo di tali materiali a livello globale. Con i suoi quasi ottomila chilometri di coste il nostro paese è, dopo l’Egitto, il maggior responsabile di sversamento di rifiuti plastici nel Mediterraneo. È stimato che in Italia oltre 7 miliardi di contenitori per bevande (inclusivi di lattine e bottiglie di vetro) sfuggono al riciclo ogni anno, uno spreco che potrebbe essere ridotto del 75-80% attraverso l’introduzione di un sistema DRS che permetterebbe di ridurre sensibilmente l’inquinamento ambientale, di raggiungere gli obiettivi europei, e di favorire una reale transizione verso un’economia circolare, rendendo disponibili risorse per la nostra economia nazionale, e riducendo la quota di import di materie prime. E con il beneficio aggiuntivo di ridurre considerevolmente la Plastic Tax che l’Italia deve versare alla UE per la plastica non riciclata. Secondo analisi dettagliate, l’Italia risparmierebbe ben 110 milioni di euro, attualmente prelevati dal bilancio generale dello Stato.
Per un paese come il nostro, povero di materie prime e ricco di bellezza, un sistema DRS contribuirebbe immediatamente alla protezione della bellezza e della biodiversità, con ricadute positive su diverse industrie strategiche, inclusa quella del turismo, e con conseguente diminuzione dei costi di pulizia e rimozione del littering da parte delle autorità comunali.
La campagna nazionale “A Buon Rendere – molto più di un vuoto” raccoglie una vasta coalizione di ONG, Amministrazioni Locali, imprese e semplici cittadini, che chiedono l´introduzione di un sistema DRS anche in Italia, è stata invitata a discuterne mercoledì 9 ottobre presso la Sala della Regina della Camera dei deputati in occasione del convegno “Strategie e scenari di sostenibilità alla luce dei nuovi obblighi di legge: il potenziale ruolo del deposito cauzionale” organizzato dal Vicepresidente della Camera, Sergio Costa. Una occasione preziosa per incardinare, finalmente, un percorso parlamentare per l’adozione, anche in Italia, di un sistema DRS.