È il giorno dei riflettori, per Caivano. “Ci andrò”, aveva detto Giorgia Meloni dopo il Consiglio dei ministri di martedì. C’è andata. A toccare con mano una nuova emergenza a cui fino a oggi si era badato poco: le periferie. Il disagio sociale dove alla povertà si mescola la criminalità. All’abbandono scolastico, le piazze di spaccio. Gli angoli bui del Paese. Per stare sul tema, alla vigilia la premier ha ricevuto Don Coluccia, il sacerdote di frontiera che nella periferia romana – come Don Patriciello in quella di Napoli – prova a mettere le mani sulle ferite di una umanità lacerata. Don Coluccia è stato sfiorato proprio la settimana scorsa da un tentativo di omicidio.

Vive sotto scorta, come Don Patriciello. E all’alba, prima che Meloni prendesse la strada per Napoli, ecco 500 agenti prendere Ostia come set di una epocale operazione di controllo del territorio. Jeep con le sirene accese, posti di blocco a tutti gli angoli, cani poliziotto nei cortili ed elicotteri avanti e indietro: un tappeto di immagini eloquenti. Il Viminale è all’opera. Ma si ritrova anche davanti a decine di messaggi social che inneggiano alla morte della premier. La Polizia postale indaga.
Meloni arriva a Caivano, al Parco Verde. Con lei c’è Don Patriciello. “Qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni”, esordisce la Presidente del Consiglio. Meloni ha assicurato che “questo territorio sarà totalmente bonificato. Vi assicuro che presto vedrete i frutti della nostra attività”. Dal canto suo don Patriciello ha detto di aver raccontato alla premier “la difficile realtà del quartiere, a sua volta inserito nella Terra dei fuochi. Ci è stato assicurato – ha aggiunto – che sarà aumentata la presenza delle forze dell’ordine”. Con Meloni una pattuglia di ministri: quello dello Sport, Andrea Abodi, il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

La premier squaderna il suo progetto. La tabella di marcia prevede la riapertura del polo sportivo – teatro degli stupri di luglio – entro la primavera del 2024. Meloni promette un investimento di 10 milioni per un’area di “25mila metri quadrati diventati una discarica a cielo aperto”. Per il ritorno ad essere un polo sportivo sarà coinvolto il Genio Militare per ripulirlo, Sport e Salute nella riqualificazione dell’area mentre quando sarà aperto la gestione sarà affidata alla polizia di Stato e alle Fiamme Oro. E il ministro Giuseppe Valditara non sta a guardare: firma un decreto per il Sud che ha stanzia oltre 260 milioni di euro. Vanno coinvolte le quattro scuole del primo ciclo di Caivano. Vuole istituti aperti oltre l’orario e che ci sia un sostegno psicologico per studenti e insegnanti. L’obiettivo è di 20 docenti in più nelle quattro scuole. Dal ministero della Cultura arrivano 12 milioni di euro per l’apertura di biblioteche. Il tema centrale, inutile dirlo, è la mancanza di sicurezza. “Bonificare Caivano”, dice Meloni, impresa non da poco. La premier ha inoltre promesso che, in modo cadenzato, ogni ministro sarà presente sul territorio. Il tempo dirà se l’impegno sarà rispettato.

Il disagio sociale si annida nelle percentuali altissime di disoccupazione e di sottoccupazione, di lavoro nero e di contiguità con le attività criminali. Il 65% dei giovani a Caivano è Neet, non lavora e non studia. La disoccupazione maschile è al 50,1%, su cento donne lavorano in 20. Va bonificato il territorio, ma gradirebbe essere bonificato anche chi non ha reddito. “Da domani”, ricorda allora la presidente del Consiglio, “sarà attiva la piattaforma del ministero del Lavoro alla quale gli ex percettori di reddito di cittadinanza, ma non solo, possono rivolgersi per avere la possibilità di avviare corsi di formazione retribuiti ed il servizio civile”. Sul piatto, 350 euro al mese per chi si rende disponibile ad imparare un mestiere. Nella sola Caivano riguarderebbe circa 13.000 persone. Servono corsi di massa. “Grande disponibilità e volontà di collaborazione reciproca”, dirà il governatore Vincenzo De Luca al termine dell’incontro avuto con la premier.

Ciro Bonajuto – sindaco di Ercolano, cintura di Napoli, di Italia Viva – è contrariato. “Quella di Giorgia Meloni qui è stata una passerella elettorale. Qualunque tipo di impegno rispetto alle forze dell’ordine è inutile se non abbiamo il coraggio di investire in cultura la stessa somma che investiamo in sicurezza. Anche perché non c’è solo il problema di Caivano. Esistono tanti Parchi Verde come quello di Caivano nella provincia di Napoli. Serve un progetto di riqualificazione delle periferie in Italia, non uno spot estemporaneo”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.