Via libera dal Senato alla riforma Cartabia sul Csm, il Consiglio superiore della magistratura, e l’ordinamento giudiziario. Quello odierno era l’ultimo passaggio per il testo, la riforma dunque è diventata legge con 173 voti favorevoli, 37 contrari e 16 astenuti.

Al Senato dunque la Lega ha votato a favore del testo, mentre Italia Viva ha confermato l’annunciata astensione. Ieri c’era stato il tentativo del Carroccio di far votare un emendamento sulla custodia cautelare, sulla falsariga del quesito referendario votato durante il primo turno delle Amministrative di domenica scorsa. Emendamento poi bocciato a Palazzo Madama con 136 voti contrari, 70 a favore e 9 astenuti.

L’intervento della Cartabia

Nel suo intervento in Aula, il ministro della Giustizia ha ricordato come fu lo stesso presidente Mattarella pochi mesi fa a sollecitare l’approvazione della riforma. “Oggi – ha spiegato la Guardasigilli – siamo qui per mantenere l’impegno di trasformare in legge un provvedimento che viene da lontano e che è stato costruito con il contributo di molti. Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”.

Cartabia ha ringraziato dunque il supporto di tutti i partiti per la stesura della riforma, definita “il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia volte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia” e che “consentirà che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili”.

I punti della riforma

IL SISTEMA DI ELEZIONE DEL CSM: binominale con quota proporzionale. E il sorteggio dei distretti di Corte d’Appello, per formare i collegi.

COMPOSIZIONE: 30 membri (tre di diritto: Presidente della Repubblica; primo Presidente di Cassazione; procuratore generale della Cassazione; 20 togati; 10 laici) 20 togati (2 legittimità; 5 pm; 13 giudicanti).

PORTE GIREVOLI: divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi. Obbligo di collocarsi in aspettativa (senza assegni in caso di incarichi locali).

VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITÀ: voto unico degli avvocati nel Consiglio giudiziario, quando a monte c’è un deliberato del consiglio dell’ordine.

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