La riforma così epocale che nessuno vuole farla
Riforma immaginaria della giustizia, governo-scolaretto: butta la palla in tribuna e corre festante dall’Antimafia
Come avevamo previsto e detto in ogni possibile occasione pubblica da molti mesi, anche oggi la separazione delle carriere la faremo domani. È il destino di questa riforma, talmente epocale che nessuno vuole farla davvero; anche chi, come l’odierna maggioranza di governo, ne aveva fatto sin dalla campagna elettorale, dunque dal patto con gli elettori, la pietra miliare della propria idea di riforma della giustizia.
Per carità, ci tranquillizza il nostro Ministro liberale Carlo Nordio, non si tratta di una rinunzia, ma semplicemente di una posticipazione. Facciamo prima la riforma costituzionale del premierato, e poi -statene certi- quella dell’ordinamento giudiziario. Ed anche il Vice-Ministro Francesco Paolo Sisto ci rassicura: è solo questione di tempo, “siamo determinati”.
Ora, non se ne abbiano a male i dioscuri delle (anche esse, sempre future) riforme liberali della giustizia, ma facciamo una certa fatica a credere che questo possa essere il Paese che mette in fila, in tempi diversi, la bellezza di due riforme costituzionali, con annessi referendum, in una sola legislatura. Vogliono invece convincerci che il miracolo accadrà? E allora si dia risposta a qualche semplice domanda. Il testo della riforma è quello da subito depositato in Commissione Affari Costituzionali della Camera, cioè quello della legge di iniziativa popolare delle Camere Penali (fatto proprio da Lega, Forza Italia, Azione e Italia Viva), sì o no? O invece il Governo, come parrebbe, vuole scriverne uno per conto suo? In questo secondo caso, sarebbe opportuno chiarirci quali siano le differenze da quel testo parlamentare, talmente rilevanti da indurre il Governo ad intraprendere un proprio autonomo percorso, bloccando il primo.
E sempre in questo secondo caso: chi sta scrivendo il testo, i Magistrati dell’ufficio legislativo (che sarebbe come chiedere a Dracula di scrivere la legge sulla donazione del sangue)? E perché intanto non ce lo fate conoscere, questo testo governativo, in modo che se ne inizi a discutere? Se l’affermazione del Ministro Nordio (“la riforma è solo posticipata”) non fosse una gherminella, dovrebbe avvenire l’esatto contrario di ciò a cui stiamo assistendo: scrittura immediata del testo, avvio dei lavori istruttori e del dibattito, accordo su un testo finale, e poi lo mettiamo in coda alla prima riforma. Questo significa posticipare, se parliamo tra persone serie; tutto il resto è buttare la palla in tribuna con un calcione liberatorio, prima di correre, festanti e gioiosi come scolaretti il primo giorno di scuola, alla kermesse delle Procure Antimafia dal patron Gianni Melillo, mente politica finissima, che le “ciacole liberali” del nostro Ministro se le cucina in padella con la mano sinistra, a colazione, pranzo e cena.
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