Mettere in risalto le diverse idee di Europa e tratteggiare il volto della nuova Ue. Il confronto online organizzato ieri dal Riformista ha promosso il dibattito sulle principali tematiche in vista delle elezioni Europee. Alla discussione – moderata da Claudio Velardi (direttore del quotidiano) e Michele Vitiello (direttore della Fondazione Ottimisti&Razionali) – hanno preso parte i rappresentanti dei principali partiti che sabato 8 e domenica 9 giugno dovranno sottoporsi al giudizio degli elettori. È emersa una marcata differenza di visione dell’Europa che verrà tra gli schieramenti tradizionali, a cui si aggiungono la lista Stati Uniti d’Europa e Azione che respingono l’idea del bipolarismo provando a tracciare la rotta per una terza via.

Lara Bisin – candidata con Azione nella circoscrizione Italia Nord orientale – è stata interpellata sui temi etici, sui diritti civili e sulle pari opportunità: «Equilibrio e parità di genere devono essere al centro, soprattutto per le donne e per le giovani generazione che continuano ad avere difficoltà nel trovare il loro spazio nel mondo. Ciò che si potrebbe fare è prendere spunto dal Family Act di Elena Bonetti. Poi ci sono tematiche legate a una propensione personale, lasciamo libertà di coscienza come è giusto che sia».

Fulvio Martusciello, che corre con Forza Italia nella circoscrizione Italia meridionale, ha sottolineato la necessità di dare fiducia al partito azzurro: «Votare per noi significa stare dalla parte di chi determina le scelte importanti. Fino a oggi chi ha pagato il prezzo della debolezza? L’Italia. Sull’impossibilità di immatricolare le autovetture a diesel e benzina dal 2035 ha vinto il furore rossoverde, facendo un grandissimo favore alla Cina. Quindi dobbiamo rafforzare i partiti che faranno parte della prossima maggioranza: qualunque essa sarà, Forza Italia ne farà parte».

Raffaella Paita, candidata con la lista Stati Uniti d’Europa nel Nord Ovest, si è concentrata sulla futura maggioranza politica. «Siamo insoddisfatti della leadership di Ursula von der Leyen. Spero che nella prossima maggioranza ci sia uno spostamento del baricentro a favore dei riformisti per dare attuazione al progetto Stati Uniti d’Europa e per cambiare quella leadership. Il nome più giusto per guidare la prossima fase dell’Europa è Mario Draghi. Non credo che ci saranno ripercussioni sul governo italiano, che invece dovrà fare i conti con l’assoluta incapacità di guidare un processo di crescita del paese».

Pina Picierno, in campo con il Partito democratico nell’Italia meridionale, si è soffermata sulla geopolitica e sull’immigrazione: «Il sostegno all’Ucraina è la nostra politica estera. Difendere l’Ucraina non significa solo difendere un popolo che sta eroicamente resistendo a un aggressore, ma anche le regole che tutti insieme ci siamo dati. La nostra Europa è una terra di diritti per tutti, non può diventare una fortezza incapace di accogliere. È necessario considerare il nostro Mediterraneo come un grande mare di opportunità e non come un cimitero». Nicola Procaccini, candidato con Fratelli d’Italia nell’Italia centrale, ha affrontato il tema della giustizia: «Rientra tra le condizioni del Pnrr, è una delle riforme incluse nel Piano. Il grosso si svolge a livello nazionale, credo che ci si debba uniformare a quanto accade a livello europeo. Mi piacerebbe che la Corte di Giustizia europea fosse meno politicizzata come accaduto in questi anni, con riguardo alla violazione dei Trattati e alla giustificazione di quella violazione che è stata fatta più e più volte».

Maurizio Sibilio, in corsa con il Movimento 5 Stelle nell’Italia meridionale, ha parlato di transizione digitale e Intelligenza Artificiale. «L’IA non è il futuro, è il presente. Non è necessario solo regolamentarla, ma dare una risposta europea. L’IA, per essere un’opportunità, deve cogliere il positivo dell’innovazione che riguardi la Pubblica amministrazione con un’azione di carattere europeo. Il tema va portato anche nel Patto di stabilità legato a istruzione, sanità e sociale».

Annalisa Tardino, candidata della Lega nell’Italia insulare, si è espressa sul fronte della transizione ecologica: «Siamo critici su quello che l’Europa ha fatto, riteniamo che si sia adottata una politica basata su un ambientalismo ideologico. Le politiche in nome di un ambientalismo esasperato stanno comportando il crollo della nostra economia e tanti oneri. Se l’Europa vuole portare ancora avanti questo lo faccia non con i soldi degli italiani».