L’estate sta finendo e un altro anno, il secondo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, sta per andarsene. Ma ad accogliere la presidente del Consiglio, di ritorno dalla masseria nelle campagne di Ceglie Messapica, c’è una coalizione in fermento: al di là delle rassicurazioni di circostanza, nei prossimi giorni le anime del centrodestra si guarderanno negli occhi per sciogliere gli intricati nodi. Prima il vertice di maggioranza, poi il Consiglio dei ministri: dovrebbe essere questo il cronoprogramma che, salvo modifiche, dovrebbe spalmarsi tra il 28 e il 30 agosto. Due le questioni spinose sul tavolo: il post-Fitto e lo ius scholae.

Meloni gioca a carte coperte

Meloni continua a giocare a carte coperte nella partita in Europa: il ritardo dell’ufficialità per l’indicazione del commissario Ue italiano è indice di una strategia precisa, magari nella speranza di strappare rassicurazioni da Ursula von der Leyen su una vicepresidenza esecutiva. Il favorito per un posto a Bruxelles resta Raffaele Fitto: la sensazione è che nelle prossime ore arriverà il timbro definitivo sul suo profilo. Ciò che invece appare del tutto incerto è il destino degli equilibri del governo. Cosa accadrebbe se il ministro dovesse avventurarsi in Europa? All’orizzonte c’è un mini-rimpasto o si imboccherebbe la strada di una redistribuzione delle deleghe? Bocche cucite: è un dossier di cui si sta occupando solo Giorgia, fatta eccezione per qualche fedelissimo. Anche per questo fonti molto vicine alla presidente del Consiglio, interpellate dal Riformista, preferiscono non sbilanciarsi: «Ci sarebbe una riassegnazione delle deleghe. Un rimpastino? Non è previsto, almeno per ora». Tutto è possibile. A testimonianza di come la partita sia ancora aperta.

Rimpasto si, rimpasto no

Anche nell’area moderata della maggioranza si dà per favorito uno spacchettamento dei compiti di Fitto, senza comunque escludere la possibilità di ritoccare lo scacchiere dell’esecutivo: «Giorgia vuole fare di tutto per evitare di salire di nuovo al Quirinale. Però…». In quel «però» è racchiusa la difficoltà di muoversi tra due fuochi: lasciare inalterate le caselle dei dicasteri e al tempo stesso non appesantire il sottosegretario Alfredo Mantovano. Per Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia, nessuno scenario rappresenterebbe comunque una minaccia per la stabilità del governo: «I leader faranno una valutazione e decideranno sull’avvicendamento, non vedo problemi. Per noi ci sono tutte le condizioni per andare avanti».

Ius scholae e la minoranza Fdi-Lega

Ad agitare le acque della coalizione c’è poi lo ius scholae. Fratelli d’Italia e Lega fanno asse per togliere dall’agenda della discussione un tema che spacca il centrodestra. Sul Parlamento aleggia lo spettro di una maggioranza composta da Forza Italia e dai partiti dell’opposizione. Uno scenario che vedrebbe FdI e Carroccio finire in minoranza. Ma si tratta di un rischio troppo grande ed è per questo che nelle ultime ore – nonostante gli appelli ad andare fino in fondo – Forza Italia sta alleggerendo la pressione. In un primo momento Antonio Tajani aveva lasciato intendere di non indietreggiare, mentre ore i forzisti sembrano in ritirata. Raffaele Nevi, portavoce nazionale di FI, esclude strappi e fughe in avanti: «Per adesso non parliamo più di ius scholae. Abbiamo detto tutto. Vedremo. Ci confronteremo prima con gli alleati e poi in Parlamento».

Tradotto: sarà necessario un confronto per trovare una linea unitaria. Anche Pittalis invita ad attendere l’esito del vertice di maggioranza. «Tutti i temi oggetto dell’agenda parlamentare devono essere discussi e messi in calendario, anche secondo un ordine di priorità. Abbiamo la Legge di Bilancio alle porte, alla ripresa abbiamo il ddl sicurezza: sono argomenti già previsti in calendario», aggiunge. Specificando che si tratta di un tema che «sta al cuore» di Forza Italia: «Stiamo parlando di diritti, materia sensibile». Motivo per cui apre al coinvolgimento del centrosinistra: «Si troverà un’intesa tra le forze di maggioranza per aprirsi poi al confronto con l’opposizione».

La bandiera azzurra verrà messa nero su bianco

Dagli ambienti di Fratelli d’Italia si registra una certa freddezza, sintomo di essere di fronte a un’idea destinata a spegnersi nel giro di pochi giorni: «Non c’è nessuna proposta di legge in Parlamento da votare. Non fa proprio parte del programma». Come se fosse una bandiera sventolata dagli azzurri che però non verrà messa nero su bianco. Quale sarebbe la reazione della galassia Berlusconi se la battaglia fosse messa da parte? Marina e Pier Silvio nelle ultime settimane hanno lanciato segnali importanti anche sul tema dei diritti civili, da molti letti come un appello ad avere coraggio per portare la questione in cima alla discussione politica. Tanto che Forza Italia in tempo zero ha lanciato l’argomento della cittadinanza, che però potrebbe essere sacrificato in nome della compattezza della maggioranza. E sarebbe un addio a quella «svolta» di cui tanto si è parlato sotto l’ombrellone.