Tutti a scuola dopo la Befana? Non proprio. Se anche venisse seguito il copione scritto dal Governo, alle superiori si rientrerà in presenza al 50% da giovedì 7 gennaio. Ma servirà un altro confronto tra Regioni ed esecutivo per avere certezze assolute.

Il premier Giuseppe Conte, durante una riunione domenicale con i capidelegazione, ha chiesto di andare avanti in questa direzione, anche per lanciare un segnale simbolico. Molti esperti però continuano a dirsi preoccupati per la riapertura. Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, lo fa da giorni. E il responsabile dell’Iss Silvio Brusaferro assicura che i protocolli adottati dagli istituti scolastici funzionano ma “bisogna tenere conto di tutto ciò che ruota attorno a questo mondo” e della “limitata resilienza del nostro sistema sanitario”.

Di fronte a questi moniti, l’Ugl chiede un rientro solo in totale sicurezza e altri sindacati si mostrano molto dubbiosi. Lo stesso fanno diversi dirigenti locali. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, ha chiesto un nuovo confronto con l’esecutivo, in programma nelle prossime ore.

“Se ci sono dubbi ridiscutiamone – ha detto – l’importante è non avvertire le famiglie il giorno della Befana”. Il fronte dei governatori, peraltro, offre posizioni diverse in base alla situazione epidemiologica e all’organizzazione scolastica regionale.

Sulla carta, Emilia-Romagna e Toscana si dichiarano in grado di riaprire giovedì prossimo anche al 75%, ma si limiteranno al 50% in linea con la direttiva nazionale (sempre che non cambi all’ultimo momento). Campania e Puglia, invece, stanno già studiando deroghe rispetto alla possibile riapertura del 7.

A Napoli il governatore Vincenzo De Luca ha deciso un calendario a scaglioni: subito il rientro di scuole dell’infanzia e prima e seconda elementari, aspettando l’11 gennaio per il resto delle elementari, un’altra settimana le medie ed entro il 25 le superiori. E in Puglia il presidente Michele Emiliano, raccogliendo l’unanime richiesta delle rappresentanze sindacali per un rinvio di 7 o 15 giorni, potrebbe lasciare la scelta di presenza o distanza alle famiglie.

Pure il Veneto guidato da Luca Zaia, inoltre, ha espresso perplessità. E in Lazio, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha chiesto al Governo di riflettere prima di riaprire. Il copione finale, insomma, potrebbe essere riscritto ancora. (LaPresse)

Redazione

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