In un’epoca in cui l’informazione corre veloce, dominata dalla polarizzazione politica, è diventato necessario più che mai fermarsi per un attimo e riportare il dibattito culturale al “centro del villaggio”. Un dibattito culturale che vada ben oltre l’esperienza ordinaria, o meglio oltre quello che è divenuto un vero mantra contemporaneo: “l’experience sensoriale”. È in questo contesto che si inserisce Libropolis, una rassegna che si svolge per l’ottava edizione consecutiva, una piattaforma aperta e multidisciplinare, capace di offrire una riflessione profonda sulle sfide della contemporaneità. Nata a Pietrasanta, in Toscana, questa manifestazione si è evoluta negli anni fino a diventare un punto di riferimento per chi cerca un autentico confronto intellettuale.
Libropolis: un laboratorio di idee contro la stanchezza del mondo
Libropolis non è un festival bensì una “città che non c’è”, un luogo immaginario dove si incontrano autori ed editori con l’obiettivo di anticipare i temi su cui gli addetti ai lavori, e di conseguenza l’opinione pubblica si “accapiglierà domani”, come scrivono gli organizzatori. Il valore di questo appuntamento risiede nel rifiuto di seguire i trend del momento come nel desiderio di stimolare un confronto che superi le facili dicotomie del pensiero contemporaneo. Nel corso delle varie edizioni, Libropolis ha ospitato figure di spicco della cultura italiana e internazionale: filosofi, politologi, storici, scrittori e giornalisti. Non si tratta però delle consuete presentazioni di libri o delle conversazioni autoreferenziali che caratterizzano altri eventi simili. L’obiettivo della rassegna è creare veri e propri “duelli” – da non confondere con quelli che i trapper oggi chiamano “dissing” -, spazi di confronto cavalleresco in cui le idee si scontrano e si affinano. Un luogo di provocazione e di libertà, in cui gli ospiti e il pubblico viene stimolato se non adddirittura coinvolto direttamente come nel fromato “Uno contro tutti”.
Cultura e impegno civile: un binomio necessario
In un contesto come l’Italia dove la “cultura” è divenuta una parola depotenziata, poiché tutto è diventato“cultura” cerca di proporsi non solo come un antidoto alla stanchezza del mondo, ma anche come tentativo di “invito alla lettura”, grazie anche alla sinergia con realtà come quella del CEPELL (Centro per il Libro e la Lettura), ente che da anni promuove appunto la lettura come strumento di crescita culturale e sociale in Italia. In questo senso, l’edizione 2024 che si terrà dall’11 al 13 ottobre al Chiostro di Sant’Agostino di Pietrasanta si pone sotto il segno de “La fine delle illusioni”. Tra i temi trattati quest’anno figurano argomenti di grande attualità come la geopolitica globale, le nuove frontiere della guerra, la “cancel culture”, l’intelligenza artificiale e la transizione ecologica, temi cruciali per chiunque voglia comprendere le complesse dinamiche che modellano il nostro presente.
L’importanza di ripartire dalla cultura
Il successo di iniziative come Libropolis dimostra che esiste ancora un grande bisogno di spazi dove la cultura possa fiorire e dove le idee possano circolare liberamente. In un’Italia che rischia di smarrire il proprio senso critico sotto il peso della polarizzazione politica e del populismo mediatico, è fondamentale ripartire dalla cultura profonda come strumento per stimolare una riflessione collettiva e civica sui grandi temi del nostro tempo. In un mondo sempre più frenetico e dominato dalla comunicazione istantanea, abbiamo bisogno di momenti di pausa e riflessione, dove il dialogo possa tornare al centro. Ripartire dalla cultura, come dimostra Libropolis, non è solo una possibilità, ma una necessità.