La corsa alla premiership
Rishi Sunak nuovo premier inglese, Johnson e Mordaunt si chiamano fuori dalla partita: l’ex Cancelliere conquista Downing Street
Non ci sarà alcun BoJo bis in Inghilterra, dove le primarie hanno incoronato ufficialmente a numero uno dei Conservatori, e dunque essendo partito di maggioranza anche premier, il 42enne ex Cancellerie dello Scacchiere Rishi Sunak.
Il rampante ex ministro dell’Economia proprio nel governo di Boris Johnson ha ottenuto il chiaro sostegno del partito, che tenta affidandosi al 42enne l’ultima mossa dopo il fallimento clamoroso dell’esperienza di Liz Truss come primo ministro, costretta alle dimissioni dopo sole sei settimane per la debacle senza precedenti della sua riforma fiscale, che stava provocando un terremoto all’economia inglese già messa a dura prova dall’inflazione.
Di origini indiane, Sunak ha passato da banchiere alla Goldman Sachs ed è sposato con una ricca ereditiera indiana: sarà così il primo premier non bianco in Inghilterra e il più ricco per patrimonio personale a Downing Street.
La vittoria è arrivata per il ritiro dell’altra candidata ufficiale per la leadership Tory, l’ex ministro e leader della maggioranza conservatrice alla camera dei Comuni Penny Mordaunt, che aveva raccolto solo 23 “endorsement” nei gruppi parlamentari contro i 185 del rivale Sunak (su 357 deputati), ben al di sotto della soglia dei cento necessari per accedere al secondo turno delle primarie. La scadenza per presentare gli “endorsement” di sostegno era fissata dal partito alle 15 di oggi, lunedì 24 ottobre, e soltanto Sunak ha raggiunto e superato la soglia.
Sunak si insedierà formalmente nelle prossime ore, dopo aver ricevuto l’incarico da re Carlo III.
Quanto a Johnson, dal ritorno a Londra si era speso incessantemente per raccogliere adesioni alla sua candidatura, forte del consenso non tanto tra i deputati ma tra i 140mila iscritti al partito che nella seconda fase delle primarie avrebbero deciso il vincitore tra l’ex premier e il suo ministro.
Invece, nonostante abbia rivendicato di aver raccolto più dei 100 endorsement da parte dei colleghi deputati conservatori richiesti dagli organismi del partito per essere ammessi alle primarie, BoJo ha fatto marcia indietro.
“Credo di essere ben piazzato per portare i conservatori alla vittoria nel 2024 – ha dichiarato Johnson nella tarda serata di domenica -. Posso confermare di aver superato la soglia di 102 nomination: c’è una buona possibilità che io possa avere successo nell’elezione fra i membri del partito conservatore e che io possa dunque tornare a Downing Street venerdì. Ma nel corso degli ultimi giorni sono giunto purtroppo alla conclusione che questa non sarebbe la cosa giusta da fare: non si può governare con efficacia a meno che non si abbia un partito unito in Parlamento. Credo di avere molto da offrire, ma temo che questo non sia il momento giusto”.
Insomma, un passo indietro per tentare di tenere unito il partito e non rischiare una nuova ‘guerra civile’ interna, mentre i sondaggi danno i Conservatori distanti anche trenta punti dall’opposizione laburista di Keir Starmer, che dal giorno delle dimissioni di Truss chiede con insistenza di tornare al voto per capitalizzare l’attuale consenso.
Passo indietro, quello di Johnson, che arriva probabilmente anche dopo il tentativo fallito di proporre un ‘patto politico’ a Sunak, che i due avrebbero discusso durante un faccia a faccia avvenuto sabato sera a Londra, durato oltre tre ore. BoJo avrebbe proposto al suo ex Cancelliere un ruolo chiave nel suo esecutivo in cambio del ritiro della candidatura, probabilmente la poltrona di vicepremier e di nuovo il ministero delle Finanze, in cambio dell’appoggio alle prossime elezioni che si terranno nel 2024.
Un patto che i commentatori inglesi hanno accolto con stupore. Non solo Sunak gode dei favori della maggioranza dei deputati Tory ma, stando ai sondaggi più recenti, salvo clamorosi cambi di rotta, per i Conservatori le prossime elezioni potrebbero essere “un bagno di sangue” con una sconfitta di larga portata contro i Laburisti.
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